Digital whistleblowing nel giornalismo moderno #ijf15

di Claudio Agosti

Il digital whistleblowing è lo strumento con il quale si abilita una fonte, garantendole la protezione dalla sorveglianza elettronica, a una comunicazione confidenziale (con un giornalista, nel nostro caso).

(foto di Martina Zaninelli)

Per chi ha visto CitizenFour o conosce la storia di Greenwald, ricorderà che il giornalista stava per perdersi il contatto con la fonte più importante della storia perché ha incontrato una barriera all’ingresso. Una barriera tecnologica (l’installazione di un software di comunicazione cifrata) che gli avrebbe precluso i contatti iniziali con la sua futura fonte, meglio nota come il whistleblower Snowden.

Cinque anni fa, al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, veniva presentato GlobaLeaks, un framework che avrebbe consentito la creazione di luoghi digitali sicuri per l'interazione tra giornalisti e fonti.

A 5 anni di distanza, il progetto è stato finanziato da due fondazioni, è utilizzato in tutti i continenti, copre esigenze giornalistiche, di attivismo politico e, in partnership con Transparency International, anche il contrasto alla corruzione. Il whistleblowing esiste da molti anni, ma la sua variante digitale è solo ora alla portata di tutti.

A #ijf15, la quantità di talk e workshop sul topic è rappresentativa dell’interesse che la categoria sta esprimendo. Quest’anno, come evoluzione dell’Hackers Corner, il Centro studi Hermes ha previsto sessioni formative apposite per giornalisti, che volessero abilitarsi a ricevere fonti, garantendo loro un elevato livello di sicurezza.

I workshop per i giornalisti, (Giovedì e Sabato)

Giovedì 11:30 - 13:00 Greenwald-in-a-Box (an Hermes Experiment) e Sabato dalle 18:00 - 19:30 la versione in lingua inglese.
In un’ora e mezza di training, il giornalista si vedrà configurata un’area digitale sicura, esposta sulla rete anonima Tor e raggiungibile dal suo blog (o da i suoi pezzi pubblicati) così che le fonti possano avviare una comunicazione ed un invio di file.

È, anche, la risposta all’esigenza che alcuni di voi hanno manifestato quando si sono trovati a dover ricevere materiale confidenziale, e si sentivano (giustamente) scettici ad usare l’email (che è un meccanismo piuttosto insicuro se non usate PGP).

Il workshop è inteso per farvi provare un servizio sicuro (queste le realtà che già ne fanno uso), che protegga la comunicazione da intercettazioni e furti di dati che potrebbero avvenire in un secondo tempo. Poi starà a voi indicare il link sul vostro blog o in altri modi, e fonti a voi note o nuove potranno facilmente interloquire con voi. La tecnologia garantisce questo: anonimato dalla fonte, impossibilità per nessuno eccetto voi di accedere ai dati, possibilità per la fonte di proseguire il dialogo in un secondo momento.

Considerando le implicazioni legali e di sicurezza, abbiamo previsto di affiancare a questi workshop dei talk inerenti al tema. Giovedì dalle 10:30, Alessandro Rodolfi, in collaborazione con le Cattedre di Informatica Giuridica e Informatica Giuridica Avanzata dell’Università degli Studi di Milano, tratterà lo stato legale di tutela del whistleblower e del reporter. Sabato invece, prima del workshop, Jillian C. York della EFF spiegherà i diversi modelli di minaccia e le diverse valutazioni di sicurezza che vanno adottate (threat model), perchè la sicurezza di un sistema è come una medicina, non ne esiste una universale.

I workshop per newsroom, Sabato mattina

L’associazione giornalistica IRPI (Investigative Reporting Project Italy), insieme ad OCCRP (Organized and Corruption Crime Reporting Project) ed ANCIR (African Network of Centers for Investigative Reporting) metteranno a confronto le loro esperienze nella raccolta di materiale anonimo, utilizzato come guida investigativa per il giornalismo, sabato 10:30 - 12:00. A seguire, fino alle 13:30, un workshop per realtà editoriali. Se qualche newsroom volesse adottare sistemi di whistleblowing (magari indirizzati ad un tema caldo, come è successo per ExpoLeaks) può contattarci a projects@logioshermes.org anticipando la propria idea, altrimenti si procederà spiegando quali sono i processi di marketing, di analisi, di sicurezza e legali necessari per inserire il whistleblowing anonimo tra le risorse di una testata.

Talks e panel discussion

Giovanni Ziccardi, docente all’Università di Milano di Informatica Giuridica, sabato nel tardo pomeriggio, analizzerà il fenomeno del segreto e della percezione di riservatezza, con riflessioni tecnico-giuridiche sulle tendenze attuali.

Domenica Mattina, Philip di Salvo (Giornalista e membro dell’osservatorio europeo di giornalismo), Fabio Pietrosanti (Tecnologo esperto di whistleblowing e Presidente del Centro Hermes) con Davide Del Monte (Director di Transparency International), spiegheranno le esperienze fatte negli ultimi anni, tra whistleblowing giornalistico e con finalità di contrasto alla corruzione.

Crediamo che in un evento pieno di giornalisti che vogliono comprendere le novità che il digitale offre all’informazione, sia il posto giusto in cui insegnare, spiegare e diffondere questi strumenti in questo periodo storico.

Per questo ti chiediamo un minimo di coraggio e curiosità, perché l’adozione di questi strumenti è parte di un cambiamento generale che porterà più trasparenza e risorse al giornalismo del futuro.