Hernandez Anabel

Anabel Hernandez è la rappresentante di una generazione di donne giornaliste in Messico che ha deciso di rompere gli schemi del giornalismo di inchiesta e di denuncia, sebbene ciò significasse mettere a rischio la propria vita e quella della sua famiglia.

Per la Hernandez non ci sono "intoccabili". E lo ha dimostrato nella sua lunga carriera (di quasi 18 anni) di giornalista in Messico, dove la censura e l'autocensura sono ancora uno dei principali ostacoli alla libertà di espressione, soprattutto ora che le pressioni non provengono solo dai vari livelli di governo, ma perfino da una criminalità organizzata, spesso senza volto e senza nome.

Ha studiato Scienze della Comunicazione presso la Universidad del Valle de Mexico, Campus Lomas Verdes (1990-1993). E' stata fondatrice e direttrice del quotidiano nazionale Reforma dal 1993 al 1996. Nel 2000 è stata fondatrice del giornale a tiratura nazionale Milenio e nel 2002 è stata insignita dal Consejo Ciudadano del Premio Nacional de Periodismo per la sua storia Presidencia compra toallas de 4025 pesos, con cui Anabel ha segnalato e documentato l'abuso di potere e la corruzione del presidente Vicente Fox, del sedicente "governo del cambiamento".

Negli ultimi dieci anni della sua carriera si è dedicata a portare alla luce gli abusi di potere e la corruzione di diversi personaggi della politica, della polizia e del governo messicano. Attraverso una ricerca documentata ha denunciato fatti di corruzione facendo i nomi dei responsabili, tentando così di abbattere il muro di omertà della corruzione e del suo anonimato.

L'escalation di violenza in Messico esercitata sia dall'autorità che dai gruppi della criminalità organizzata - trafficanti di droga, bande di rapitori, contrabbandieri, ecc - ha causato una grave battuta d'arresto del giornalismo di inchiesta e della libertà di espressione. Molti giornalisti hanno abbandonato il loro lavoro o per paura o perché a loro volta corrotti, e la maggioranza dei pochi che continuano a scrivere, è costretta a pubblicare articoli anonimi a causa di un fondato timore di rappresaglie. "Se in Messico i giornalisti della mia generazione lasciano il campo ai potenti che corrompono il nostro paese, siano essi governanti corrotti o trafficanti di droga, i giornalisti che verranno dopo di noi saranno condannati a servirli. Spero di vivere a lungo e di vedere che questo non accada."