Nasce ‘Legal aid’ per l’informazione libera in difesa di blogger e citizen journalist

Cinquantasettesimi al mondo con un indice distante solo pochi decimi da quello di Paesi come la Serbia, la Croazia, il Mozambico, il Congo o il Nicaragua e oltre 20 punti da quello dei principali Paesi europei e di tutte le democrazie occidentali. È questo l’impietoso e preoccupante giudizio dello stato della libertà di informazione in Italia che emerge dalla classifica che misura la libertà di informazione in 179 Paesi al mondo, stilata da Reporters Sans Frontiers. Una situazione di emergenza e straordinaria gravità che si coglie immediatamente se si guarda la mappa del mondo nella quale sono rappresentati in diversi colori i livelli di libertà di informazione presenti nei singoli Paesi.

L’Italia è l’unica, tra i grandi Paesi europei ad essere colorata in arancione, colore che la leggenda assegna ai Paesi con problemi sensibili. Lo stesso colore che contraddistingue l’intera Europa dell’est, gran parte del Sud America, la Mongolia e molti Paesi africani. Niente a che vedere con il bianco che rappresenta il “buono” stato di salute della libertà di informazione delle grandi democrazie scandinave, della Germania o dell’Irlanda né con il giallo che simboleggia la situazione soddisfacente di Francia, Spagna, Inghilterra, Polonia e tante altre.

Ogni mese, solo Google, riceve, in tutto il mondo, oltre un milione di richieste di rimozione di contenuti per presunta violazione della disciplina sul copyright e, in Italia, nel solo primo semestre del 2012 [n.d.r. ultimi dati disponibili nel rapporto Google sulla trasparenza], ha ricevuto dalle Autorità, 71 richieste di rimozione di contenuti in ragione di presunte diffamazioni ed oltre 140 per presunte violazioni del diritto d’autore.
Sono numeri che ritraggono – peraltro solo parzialmente - un fenomeno di dimensioni ben più ampie che riguarda, solo nel nostro Paese, centinaia di migliaia di citizen journalist, blogger e piccoli e medi editori digitali.

Denunce e querele temerarie per diffamazione, sequestri di blog e siti internet, richieste di rimozione di contenuti o di disindicizzazione degli stessi, chiusure di pagine e profili di carattere informativo sui principali social network e/o sulle piattaforme di aggregazione di contenuti o, ancora, cause risarcitorie milionarie intentate al solo scopo di dare “lezioni esemplari” e di mettere a tacere voci, volti e “tastiere” libere dell’informazione online.

È muovendo da queste constatazioni che Open Media Coalition, la coalizione di associazioni della società civile italiana che, da sempre, si battono per la libertà di informazione, ha deciso di lanciare il “legal aid per l’informazione libera”, un programma di assistenza legale qualificata e gratuita che intende dare supporto a quanti, si ritrovino destinatari di procedimenti, provvedimenti, richieste ed iniziative che minacciano la loro libertà di fare informazione.

L’ambizione, il desiderio e la volontà di tutte le associazioni che aderiscono alla coalizione è, naturalmente, quello di dare supporto a tutti quanti – blogger, citizen journalist, piccoli e medi editori – vedranno la propria libertà di informazione minacciata. Le risorse, tuttavia – nonostante il prezioso supporto di Justice Inizitiave di Open Society foundation – sono, come sempre limitate.

Nei prossimi mesi, quindi, tra le tante segnalazioni e richieste di supporto che stanno già arrivando e che, purtroppo, continueranno ad arrivare la coalizione ne selezionerà due, cercando di scegliere casi nei quali sia possibile affermare principi utili anche a chi dovesse trovarsi in analoghe situazioni il giorno dopo. Nei due casi selezionati, Open Media Coalition, garantirà gratuitamente al giornalista, al blogger, al cittadino o al piccolo editore tutta l’assistenza legale necessaria a difendersi e/o a difendere l’accessibilità dei propri contenuti.

Le segnalazioni e le richieste di informazione possono essere inviate a legalaid@openmediacoalition.it, chi avesse dei dubbi può consultare il sito di Open Media coalition, mentre con chi abbia, semplicemente, voglia di confrontarsi, ci vediamo a Perugia!

Guido Scorza
Coordinatore Open Media Coalition