EXPO 2015 a 365 giorni dall’apertura. Focus sui territori, filiere e cluster

Sala Raffaello, ore 19.00

Per chi si aspettava di assistere a un evento di promozione autocelebrativa, l'incontro delle 19,00 in Sala Raffaello sull'Expo di Milano si è riveltato un'autentica sorpresa.
L'intervento di Aldo Bonomi, direttore di Consorzio AAster, è andato ben oltre la semplice elencazione del programma e degli obiettivi che l'Expo 2015 intende perseguire, concentrando piuttosto l'attenzione sulla dimensione concettuale, e a tratti filosofica, nella quale l'Expo verrà partorito.
“L'Expo 2015 nasce sotto il segno della discontinuità”, sostiene Bonomi. A differenza delle grandi esposizioni del '900, caratterizzate da una rappresentazione tecnica del capitalismo elevato a modello economico invincibile, gli Expo del “nuovo secolo” contengono in sé “il germe di una riflessione sul concetto del limite”, resa necessaria dalle sfide che l'attuale economia globale si trova a dover affrontare, soprattutto in termini d produttività associata alla sostenibilità.
Proprio la “potenza del limite” è per Aldo Bonomi l'ossimoro che meglio descrive l'Italia nella rappresentazione di sé di fronte al mondo. Il limite, spiega, è quello “scheletro contadino” che permane anche nei più grandi imprenditori, figli, al pari di tutti gli italiani, di una cultura contadina che solo nei secoli è riuscita a trasformarsi in agricola. Ma è dal limite stesso, dalla sua consapevolezza e dalla sua valorizzazione, che può nascere la potenza: l'Italia come il Paese delle “città ricche e campagne floride”, modello economico e sociale unico al mondo. L'Italia, inoltre, delle diversità e delle specificità territoriali.
Durante il suo discorso, Aldo Bonomi è spesso polemico tra le righe, provocatorio senza mostrarne l'intenzione, e sincero in modo inatteso. “Non aspettatevi che i venti milioni destinati all'Expo di Milano verranno divisi in modo uguale tra tutte le regioni dell'Italia”, dice; “aspettatevi piuttosto che in quei venti milioni ci sarà il meglio del nostro Paese”.
Lungo la stessa linea direttrice di Bonomi si inserisce anche l'intervento di Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura. “L'Expo 2015”, afferma Guidi, “ci costringe a ragionare sul nostro futuro, a come coniugare tradizione e innovazione e a come vincere il contrasto tra ambiente e economia”. Una riflessione su una fase di transizione, insomma, che apre le porte a un “futuro strettamente legato alla declinazione che vogliamo fare dell'agricoltura”.
Come all'interno di un processo virale, prosegue il Presidente di Confagricoltura, l'Expo di Milano sarà per l'Italia un'opportunità per contaminare ed essere contaminata, allargandosi a una dimensione internazionale.
A concludere l'incontro è l'intervento più tecnico e illustrativo di Eugenio Guarducci, patron dell'Eurochocolate, che spiega in che modo verrà rappresentata nel Padiglione Italia dell'Expo 2015 la produzione e la cultura del cacao e della cioccolata, eccellente peculiarità perugina, creando “triangolazioni” e contatti con altri Paesi produttori.

Giovanna Carnevale