Nuovi modelli di giornalismo investigativo in Ungheria

Nel pomeriggio di giovedì 16 aprile, a palazzo Sorbello, è intervenuto Gergo Saling, giornalista ungherese, per presentare la nuova piattaforma di giornalismo investigativo da lui fondata e lanciata a gennaio, Direkt36.
L'Ungheria, ha spiegato Saling, è una nazione che ha conosciuto una vera e propria democrazia solo dopo il 1989. Nel 2010, con la vittoria del partito Fidesz (Unione Civica Ungherese), di centro-destra ci si era illusi di poter giungere finalmente a una stabilità politica. Questa speranza è stata presto delusa dall'atteggiamento autoritario del governo, che si è scagliato contro i media, introducendo vere e proprie leggi-bavaglio.
La vita per i media ungheresi non proni al goveno è stata dura, da allora in poi: intimidazioni e censure sono state all'ordine del giorno. Lo stesso Saling è stato costretto a lasciare il suo precedente incarico di caporedattore di un giornale online. Per cercare di reagire a questa situazione ha fondato Direkt36, un sito di giornalismo investigativo, inchieste e reportage. Il modello su cui si basa è quello di Pro Publica: non aggiornamenti continui, ma pochi articoli con dietro un lungo lavoro di ricerca.
La parte più difficile non è stato il modello giornalistico, ma il modello di business plan da seguire: i finanziamenti vengono in parte da aziende private, in parte da partner istituzionali, ma specialmente dal crowdfunding.
La raccolta fondi è durata 5 mesi e si è svolta sulla piattaforma Crowd Reporter. Questo modello di finanziamento ha rivelato un fondamentale vantaggio: la creazione di una comunità di supporto, che permette ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro con la sicurezza di un pubblico fedele e sensibile alla causa. Saling ha ricordato la necessità di educare la società, specialmente una poco avvezza alla democrazia come quella ungherese, all'importanza del giornalismo indipendente, strumento di controllo del potere e veicolo di miglioramento della vita dei cittadini.

Irene Doda