PROFESSIONE VIDEOMAKER

Raccontare attraverso l’uso e la forza delle immagini: è il mestiere del video reporter. Questo l’argomento del workshop “Professione videomaker” che si è tenuto alle 12 nella Sala Raffaello dell’Hotel Brufani. A intervenire è stato Amedeo Ricucci, inviato speciale del Tg1 nei principali conflitti dalle zone di guerra.

“La professione del videomaker – ha detto Ricucci - è la strada del futuro. È nata per offrire un nuovo punto di vista”. L’evoluzione degli strumenti utilizzati per fare riprese televisive ha cambiato il modo di realizzare reportage: dalle ingombranti telecamere degli anni ’80 a quelle leggerissime di ultima generazione fino agli smartphone. Ed ecco che la videocamera diventa il terzo occhio del giornalista. “In Italia a scoprirne per prima l’importanza – aggiunge il giornalista – è stata Milena Gabanelli nella trasmissione Professione Reporter su Rai 2”.

Ma non basta possedere una videocamera di ultima generazione o un ‘telefono intelligente’ per essere video reporter. È fondamentale che il cronista possieda anche le giuste competenze. Sicuramente la tecnologia ha semplificato il modo costruire documentari soprattutto se si tratta di dare la propria testimonianza dalle zone di guerra. Lo stesso Ricucci ha spiegato come l’uso del suo Samsung sia stato decisivo nel fare filmati durante la guerra in Siria senza che i combattenti si accorgessero di nulla. A fare la differenza: le dimensioni ridotte e la facilità di utilizzo dello smartphone. Infatti le videocamere digitali, nonostante siano piccole e leggere, richiedono una quantità di tempo maggiore nella fase di montaggio; lo smartphone, invece, è sempre acceso e permette di narrare gli eventi in presa diretta.

Le evoluzioni tecnologiche hanno però aumentato la concorrenza giornalistica, in un momento sempre più ‘buio’ per l’editoria italiana. Per questo - dice Ricucci -  “la vera difficoltà sta nel trovare racconti” altrimenti il giornalismo si riduce a “carta che si aggiunge a carta, a immagini che si aggiungono a immagini”. Un consiglio per i cronisti presenti in sala e per tutti coloro che vogliono intraprendere il mestiere del video reporter: “È l’idea a fare la differenza”.

Ilenia Inguì