Il talk show è davvero finito?

Regge ancora il meccanismo dei talk show? A questa domanda hanno provato a dare una risposta Francesca Barra, giornalista e scrittrice, Andrea Vianello, direttore di Rai3, Mario De Pizzo, di Rai News 24, Mia Ceran, Millenium Rai 3 e Pierluigi Pardo, di Sport Mediaset, nel corso di un panel tenutosi presso il Teatro della Sapienza. Il tema di porre al centro dell'attenzione un tema divisivo e creare lo scontro tra gli interlocutori, di certo fa audience, ma quel che è mutato, col tempo, è il modo di fare i talk show, soprattutto quelli politici. Per tale motivo questo tipo di spettacoli è entrato in un periodo di crisi. «Certamente è un genere democratico dove circolano opinioni diverse, ma negli ultimi anni c'è stato un modello di trasmissione televisiva che ha monopolizzato i palinsesti» ha detto Andrea Vianello, sottolineando la facilità di mettere su un talk, con costi molto ridotti e con una evidente vivacità televisiva. E in un periodo di crisi come questo è normale che ce ne siano molti. Ma, come si sa, il troppo stroppia. La soluzione potrebbe essere quella di creare forme più accattivanti di talk. Mia Ceran riporta al famoso litigio tra Silvio Berlusconi e Marco Travaglio in diretta tv. Un episodio che portò a un 33% di share. «Da lì è iniziato il declino. La crescita dei canali digitali ha aperto un mercato, ma nonostante tutto non siamo stati in grado di trovare un modo nuovo di fare talk show. Probabilmente la gente non vuole vedere questo». Va ripensato il modo di raccontare la politica, un modo nuovo e innovativo, come, per esempio, la satira messa in campo da Gazebo, di Diego Bianchi, che affronta in chiave satirica i temi politici del momento.

Vaerio Lai