In mezz’ora

Dalla Sala dei Notari di Perugia è andata in onda, in diretta, una nuova puntata della trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata. I due ospiti della puntata, oltre al pubblico che ha assistito, sono stati il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e Arianna Ciccone, organizzatrice del Festival del Giornalismo, che insieme a Lucia Annunziata ha rivolto le domande al sindaco "arancione". Prima di dare il via alla puntata, Lucia Annunziata ha invitato tutti i presenti in sala ad osservare un minuto di silenzio in piedi per ricordare i circa 700 che oggi sono stati vittime di quella che è stata definita "la più grande tragedia del Mar Mediterraneo". Proprio da questo tema è partita la serie di domande che l'Annunziata e la Ciccone hanno rivolto al sindaco Pisapia. In particolare la conduttrice del programma si è anche soffermata sulle parole di Salvini che oggi ha definito quella del canale di Sicilia come una "tragedia annunciata". Secca la risposta di Pisapia che ad un invito alla responsabilità collettiva e generale ha poi aggiunto anche un netto disappunto nei confronti di chi specula sopra vicende di questo tipo. "Questo è un problema nazionale e sovranazionale. L'Italia non deve affrontare tutto questo in maniera isolata. Se è stato un errore chiudere l'operazione Mare Nostrum? Sì, lo ammetto e la sinistra ha anche le sue responsabilità". Incalza la domanda dell'Annunziata su un presunto "dirottamento" del consueto flusso di profughi dalla stazione di Milano in vista dell'Expo, quasi si trattasse di uno strumento di "regolamentazione sociale" (espressione utilizzata dalla stessa conduttrice). Sia a questa che alla provocazione sugli scioperi da evitare a tutti i costi durante lo svolgimento del Giubileo e dell'Expo, il sindaco di Milano ha dato le sue motivazioni: "I profughi saranno trasferiti dalla stazione per avere una prima assistenza. Poi saranno riportati in stazione per potersi spostare liberamente visto che molti di loro sono "di passaggio" in Italia. Gli scioperi saranno evitati solo se sarà raggiunto un accordo con i sindacati". Ecco che riguardo all'Expo fioccano le domande da parte delle due intervistatrici, soprattutto da Arianna Ciccone che si fa portavoce di alcuni interrogativi provenienti dai social. "Expo uno spreco?", "Una grande opera all'italiana e ancora incompleta?", "I problemi legati alla sicurezza e alla corruzione?". Queste, sinteticamente le risposte del primo cittadino milanese: "Non credo si sia fatto alcuno spreco. Expo è la prima grande opera che spende meno di quanto si era previsto. Abbiamo preferito eliminare le parti superflue e concentrarci nell'esaltare i temi della manifestazione. Se è tutto pronto? L'inaugurazione (e qui il sindaco ha avuto qualche tentennamento, ndr.) sarà il primo maggio. Forse non tutto sarà pronto, ma ricordiamoci che Expo durerà ben 6 mesi. Sul tema della sicurezza credo si siano dette tante cose spesso inesatte. Al momento dell'inaugurazione (anche qui c'è stato qualche tentennamento, ndr.) tutto sarà in assoluta sicurezza. Per quanto riguarda lo scandalo legato ai fatti di corruzione che hanno coinvolto alcuni degli organizzatori della manifestazione ricordo solamente che una delle due persone ora sotto processo, è stata cacciata da me personalmente dal Comune dopo soli due giorni". Infine non si poteva parlare che della decisione di Pisapia di non volersi ricandidare alle prossime elezioni amministrative. "Scelta di coerenza o di rassegnazione?", chiede l'Annunziata. "Fin dalla vittoria alle ultime elezioni io dissi di voler fare questa scelta. Il tempismo del mio annuncio (marzo scorso, ndr.) deriva dalla mia volontà di evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione dell'Expo e di gettare la città anzitempo in un clima di campagna elettorale spietato. Perché non mi sono dimesso prima? Sarebbe stata una scelta irresponsabile. Non nego che queste dimissioni derivano anche dalle differenze che esistono tra me e la maggioranza della sinistra, l'area rappresentata da Renzi. Sia chiaro, con il PD io mi trovo benissimo, soprattutto a livello locale. A livello nazionale, invece, ci sono stati e ci sono dei punti con cui non mi trovo d'accordo come l'eliminazione dell'articolo 18. La lotta intestina al Partito Democratico e la fiducia sulla legge elettorale? Bersani sta portando avanti la sua battaglia, vedremo come andrà a finire".

Riccardo Aulico