Comunicare la scienza: linguaggi, casi studio e metodi di divulgazione

Il giornalismo e il linguaggio della comunicazione incontrano la scienza non solo quando la ricerca si pone l’obiettivo di fuoriuscire dall’ambiente accademico e dal laboratorio, ma anche per lavorare insieme ad un progetto condiviso. L’incontro che si è tenuto nella Sala del Dottorato, ore 15.00, ha mostrato il buon esito del lavoro di un team di ricerca dell'Università per Stranieri di Perugia composto da figure professionali differenti. Presenti al tavolo degli ospiti i protagonisti di questa collaborazione: Antonello Lamanna, giornalista scientifico, Patrizia Manili, docente di Linguistica all’Università degli Stranieri, Chiara Biscarini, ricercatrice esperta di comunicazione di rischi idrogeologici e Umberto Bartocchini, docente di Informatica.
L’obiettivo dell’incontro è quello di presentare i risultati di alcuni dei lavori di ricerca da parte di questa squadra e di spiegare le modalità con cui si è cercato di comunicarli. Tra questi, il primo ad essere citato è VOXTECA, una sorta di archivio della voce, riconosciuta a livello mondiale come un dato scientifico su cui lavorare, monitorato per la regione Umbria a fronte della presenza di dialetti diversi che l’afflusso di stranieri ha nel tempo modificato. Sempre di natura linguistico sociologica è la ricerca della prof.ssa Manili sul linguaggio dei giornali, negli anni diventato sintatticamente più semplice a causa dell’influenza dello stile informale colloquiale, ma più complesso per via dei sempre più abbondanti tecnicismi e forestierismi che compromettono la leggibilità.
La lingua, però, ha fornito un contributo fondamentale anche per la ricerca della dottoressa Biscarini, la quale ha individuato in un database di studi linguistici importanti informazioni sulla morfologia idrica del territorio, illustrando che la collaborazione tra competenze diverse può rivelarsi fruttuoso.
Come comunicare però questi studi? Un problema è che i giornali, che ricercano il sensazionalismo, non riescono ad accogliere le notizie scientifiche senza modificarne il contenuto, e, inoltre, viaggiano a velocità troppo diverse tra loro. Una possibilità di diffusione sono le reti di ricerca, ancora poco conosciute rispetto a quelle commerciali, ma avanzate da un punto di vista tecnologico, per questo un’opportunità propizia per la comunità scientifica.

Maria Vittoria D’Onghia