Nel 2016 la politica ha offerto risultati considerati sorprendenti da molti analisti: la Brexit e la vittoria di Donald Trump erano stati considerati quasi impossibili in moltissimi sondaggi condotti fino a pochi giorni prima delle elezioni. Gli stessi candidati dichiarano sempre più spesso, soprattutto in pubblico, la scarsa fiducia nello strumento (salvo poi essere affamati di dati in privato). La ricerca quantitativa e qualitativa resta un punto di partenza insostituibile per la comunicazione politica e per l’analisi dei fenomeni complessi, ma è opportuno fermarsi a riflettere su cosa fare per evitare che i risultati dei sondaggi perdano del tutto la loro credibilità. Allo stesso tempo è importante conoscere le nuove tecniche di profilazione degli elettori utilizzate da alcuni candidati in campagna elettorale per comprendere il loro possibile utilizzo anche dagli istituti di ricerca

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