Che cos’è il constructive journalism e perché ne abbiamo bisogno

Come appaiono le notizie nei giornali odierni? Perché raccontano sempre storie tragiche senza mai trovare una soluzione al problema? Queste alcune delle domande dell’incontro  “Cos’è il constructive journalism e perché ne abbiamo bisogno” tenutosi oggi alle 10.30 presso il Palazzo Sorbello, che ha accolto per l’occasione quattro dei più importanti personaggi della realtà giornalistica mondiale.  Charlie Beckett – direttore di Polis – ha introdotto l’incontro sostenendo che oggi le maggiori testate giornalistiche si occupano del trattamento delle notizie più tragiche, affrontando temi come la paura e dicendo che la vita è una grande “schifezza”. A tal proposito, il direttore ha chiarito l’importanza di un giornalismo costruttivo che dia, invece, coordinate su come affrontare la realtà che ci circonda, orientando a soluzioni sociali. Cathrine Gyldensted – dell’Università di Windesheim – ha presentato il suo discorso proiettando in diretta alcuni video in grado di spiegare il perché della necessità di un giornalismo costruttivo che informi la gente e che la spinga a trovare soluzioni, come nel caso dell’attuale condizione atmosferica e climatica cinese, o come nel caso dell’articolo “Look at Brasil” del New York Times Magazine.” Il giornalismo deve comparare storie e cercare soluzioni, andando oltre la tragedia e focalizzandosi sugli aspetti positivi sociali su cui lavorare” ha sostenuto Karel Smouter, Vicedirettore del “De Correspondent”, che ha anche presentato in anteprima l’uscita del libro “Utopia for Realist”. Craig David – direttore di Buzzfeed Canada ha invece sottolineato l’importanza di non distinguere il giornalismo costruttivo da altri, perché il vero obiettivo non è allontanarsi dalla notizia, ma lavorarci cercando soluzioni ai problemi che ci circondano, attraverso un occhio attento alla realtà.

Mohamed Maalel