Come i dati influenzano le storie che raccontiamo

Il traffico di dati sta diventando una materia che non solo coinvolge ricerche statistiche e studi pubblicitari. Nel 2013 si è stimato che ogni ora ogni utente produce qualcosa come 5 giga di dati. Cosa fare dunque con questa massa di informazioni? Una tavola rotonda svoltasi nel Centro Studi Alessi ha visto confrontarsi su questi argomenti: Gregor Aisch per Datawrapper, Caelainn Barr del The Guardian, Jonathan Gray del King’s College di Londra, Sam Leon di Global Witness, Simon Rogers, data editor del News Lab Google e Lam Thuy Vo, data reporter per Buzzfeed News.
I sei ospiti internazionali hanno esaminato quali sono gli obbiettivi che il mondo dell’informazione deve porsi difronte a questa nuova realtà.
Emerge dalla discussione come il ruolo del giornalista che analizza e ricerca informazioni partendo da stringhe, algoritmi e numeri stia diventando una figura sempre più fondamentale nelle redazioni di tuto il mondo. La missione è evitare che il mondo dei dati resti solo un argomento di conversazione riservato a esperti e addetti ai lavori. Attraverso la collaborazione con grafici e tramite uno storytelling accattivante, il ruolo del data journalism diventa trovare una storia dietro il semplice numero in modo da coinvolgere la maggior parte di pubblico possibile e aprire nuovi scenari di comunicazione.
«Il miglior data journalism è quello che trasforma qualcosa di molto complicato in qualcosa che influisce direttamente le nostre vite» ha sottolineato Rogers.

Lucia Marinelli