Come sfruttare al meglio i motori di ricerca per il giornalismo

SEO e giornalismo, un incontro necessario. È questo il punto d vista espresso da Alberto Puliafito, giornalista e direttore responsabile di Blogo al Festival Internazionale del Giornalismo.
Ampia la partecipazione al workshop di questo pomeriggio presso la Sala Priori dell’Hotel Brufani, quartier generale della manifestazione. Presente una folta platea di giornalisti pronti ad apprendere le ultime novità della Search Engine Optimization.
SEO, ma di cosa stiamo parlando esattamente? Nell'epoca del monopolio di fatto di Google, è fondamentale sapere che ciascun contenuto viene letto da un algoritmo, che determina il suo posizionamento sul motore di ricerca. Chi si occupa della loro produzione, come un giornalista, ha così due possibilità. Può ignorare questa opportunità, o decidere di trarne il giusto vantaggio.
“Questo vuol dire, ad esempio, creare un’apertura che eviti metafore, lasciando spazio alle parole chiave corrispondenti alle ricerche degli utenti. Ciò - ha spiegato il direttore di Blogo - non vuol dire perdere di vista le esigenze del lettore che, al contrario, è sempre al centro dell’attenzione. Anche di Google”. A questo proposito, Puliafito ha introdotto il concetto di “convenienza propria”, espressione dell’intento del motore di ricerca di offrire al lettore esattamente ciò che stava cercando, a scanso di penalizzazioni.
Tra i principali di fattori incidenti nel buon posizionamento di un contenuto sul motore di ricerca,  Puliafito ha specificato poi che: “I primi due segnali di ranking sono il contenuto stesso e il codice, ovvero la qualità e la coerenza del testo, combinata con la leggibilità da parte dello spyder di Google. Al contrario di quanto si crede, invece, i link in entrata non servono a favorire un buon posizionamento nel breve termine, ma agiscono solo per mantenerlo”.
E anche se il principale bisogno di una testata è farsi leggere, non è detto che il SEO sia necessario: “In alcuni casi - ha precisato il direttore di Blogo - ampliare il numero dei lettori non è l’obiettivo principale. Ecco che un approccio SEO potrebbe non essere il migliore. Si tratta invece di una scelta giusta, ad esempio, per testate con un pubblico generalista”. Il SEO, infatti, va a cogliere i cosiddetti “lettori organici”, ovvero quelli provenienti dai motori di ricerca.
Un volano da sfruttare, quindi, ma nel modo giusto e consapevolmente. Toccato nel corso dell’incontro anche il tema delle particelle e delle “quantum news”, pacchetti informativi da condividere e su cui costruire nuovi lavori giornalistici.

Annalisa Masi