Come si diventa giornalisti musicali?

Perugia, 4 maggio 2014 – La domanda è semplice: come si diventa giornalisti musicali? La risposta, invece, non lo è affatto. Silvia Boschero, giornalista di Radio Rai e dell'Unità, Paolo Giordano de Il Giornale e Francesco Raiola di fanpage.it, hanno portato ciascuno la propria esperienza personale, nel tentativo di offrire un buon consiglio e una direzione a coloro che si avvicinano al mondo del giornalismo musicale. "Non c'è un segreto, ma ci sono esperienze varie" ha affermato Raiola aprendo l'incontro "e il percorso cambia con il tempo e con il mezzo di comunicazione che si usa".

Silvia Boschero, conduttrice di King Kong su Radio1, invece ha raccontato: "Io giornalista musicale ci sono diventata per caso. Avevo vent'anni e ascoltavo Controradio, una radio locale di Firenze che faceva parte del network di Radio Popolare Milano. Ho sentito che cercavano uno speaker e mi sono buttata. Il mio consiglio è quello di partire dal basso: fare la gavetta è fondamentale, perché ti da la possibilità di sbagliare e imparare".

Giordano ha posto l'accento sull'entusiasmo, necessario per portare avanti la professione, almeno agli inizi: "Bisogna riuscire a trasformare la propria passione in un lavoro. Insistere con convinzione, continuare e non essere snob nei confronti di realtà piccole. Io ho iniziato a Radio West, una piccola emittente di Alessandria, e ricordo che passavo i miei sabati sera a trasferire su audiocassetta i dischi, perché amavo e amo la musica. Una sorta di mania, ma quando ho cominciato a lavorare là ho capito subito di stare facendo il mestiere giusto per me, quello che volevo".

Francesco Raiola ha ammesso: "Io ho cominciato in un giornale locale perché volevo conoscere i miei idoli musicali, non lo nascondo".

Tutti e tre i protagonisti del dibattito sono stati concordi nell'affermare che fare solo il giornalista musicale, in un certo senso, non porta a nulla. "Bisogna essere prima di tutto giornalisti e basta" ha precisato Silvia Boschero "imparare solo il linguaggio della critica musicale ti chiude in un cerchio fine a se stesso". Paolo Giordano ha aggiunto che il critico musicale, specie in Italia, non esiste. Può esistere il giornalista dotato di particolare sensibilità musicale, ma il vero critico è quello che la musica la sa materialmente comprendere e creare, quello che conosce le note e l'armonia. Al di fuori di tali competenze, il giornalista è solo un commentatore.

Ma come entrare nel mondo del giornalismo musicale? Non esiste un'unica strada, ma alcuni punti fermi si possono delineare. Per prima cosa, bisogna crearsi una propria reputazione, tramite uno stile, una voce precisa e delineata. È necessario evitare quello che è spesso un vizio di fondo dei blog: l'autoreferenzialità.

Bisogna, inoltre, essere umili e avere contatto diretto con gli eventi, essere sul posto, respirare l'aria dei concerti e comprendere l'essenza di ciò di cui si parla, per restituire una storia che non sia semplicemente una descrizione pedissequa. La partecipazione diretta agli eventi permette poi di creare contatti e di allargare il proprio network passo per passo. La base per lavorare si costruisce investendo su se stessi, lavorando per poco o niente all'inizio, nella speranza e prospettiva del futuro.

I consigli per diventare giornalisti musicali valgono, insomma, per ogni tipo di giornalismo. È necessario partire dalle basi, dalle cinque "W". "Devono poterti capire tutti, devi scrivere per gli analfabeti, senza dare niente per scontato. Bisogna scrivere come se si dovessero spiegare i Green Day a un'ottantenne. Essere umili e comprensibili è la chiave, altrimenti si diventa sterili" conclude Paolo Giordano.

Andrea Fiorello