Sala Lippi, ore 14.00
Gregory Galant, co-fondatore e CEO di Sawhorse Media, responsabile di Muck Rack e degli Shorty Awards, presenta questo panel di discussione sul modo in cui i social media hanno cambiato il lavoro dei giornalisti.
Nel 2006 nasce il primo Twitter, e già nel 2008 su questo social media i giornalisti erano la categoria più numerosa tra tutti gli utenti iscritti. Questo sicuramente perché i social media sono un’indiscussa e inesauribile fonte di informazione.
Questa ingente presenza online ha portato alla creazione di Muck Rack, un portale per far incontrare e mantenere in contatto i giornalisti iscritti a Twitter. Dal 2009 il numero di partenza era di 150 giornalisti, ora ce ne sono più di 15000. Nel corso del tempo poi è stata stilata una classifica dei 10 giornalisti con più followers, le 10 testate che hanno più giornalisti su Twitter, e le 10 pubblicazioni con più followers collettivi (il numero del totale dei followers di tutti i giornalisti di una testata).
Si possono inoltre cercare i giornalisti in base alla testata di appartenenza o anche in base alla tipologia di interesse (giornalisti di scienza, di inchiesta, di cronaca ecc ecc).
Sul proprio profilo ogni giornalista può inserire qualsiasi cosa della propria carriera, la biografia, il portfolio con i migliori lavori, gli interessi, ciò di cui si occupa e ciò di cui non si occupa, e può anche controllare il numero di persone che hanno letto e condiviso il proprio articolo.
Questo è molto importante soprattutto ai giornalisti freelance per farsi conoscere e far apprezzare il proprio lavoro.
Oggi il lavoro del giornalismo è sicuramente imprescindibile dal ruolo dei social media, ed uno dei requisiti maggiormente richiesti al giornalista non è solo di essere presente e attivo sui social, ma anche di saperli usare bene: sapere, cioè, cosa di deve e cosa non si deve fare!
Stefania D’Orazio