Giovedì 6, ore 14, Centro servizi G. Alessi
Paola Bonomo, advisor e consigliere indipendente, nonché investitore di startup, ha moderato un panel di tutte donne che hanno inteso riflettere sul ruolo dell'esperto nel mondo giornalismo e in quello più generale della comunicazione. Ma in particolare sulla presenza di soli uomini come relatori ai convegni, alle conferenze, agli eventi in cui si discutono argomenti specifici. Il problema alla base della discussione è anche relativo al fatto che ci sono occasioni in cui gli esperti affrontano argomenti che riguardano le donne, o il mondo femminile, e tra i relatori compaiono persone di genere solo maschile. Un paradosso spesso replicato anche in occasioni istituzionali, come nei tavoli in cui si riuniscono i rappresentanti delle istituzioni o della politica. Circostanza che poi si riversa anche nei media e sul fatto che vengano chiamati a parlare, di volta in volta, quasi sempre uomini.
Paola Caburlotto, Transearch International, ha detto che la legge ha consentito alle donne di entrare nei consigli di amministrazioni delle più importanti aziende italiane e di rappresentare quote importanti per tante realtà nostrane. Le donne CEO sono, però, poche. Sono per lo più utilizzate nelle posizioni di staff, meno in quelle di dirigenza. Il problema nasce dal fatto che nel settore della finanza le donne sono effettivamente pochissime e, quindi, quasi sempre i panel sul tema sono al maschile. Anche tra i giornalisti che seguono gli eventi prevale il pubblico maschile. Le donne spesso non partecipano agli eventi come speaker perché a loro non interessa o probabilmente perché gli uomini hanno più capacità di fare rete rispetto alle donne.
Sandra Mori, general counsel Coca-Cola Europe, è anche presidente di Valore D, una associazione che ha 160 aziende come soci che si occupa della valorizzazione della carriera delle donne nelle imprese italiane. Ha raccontato che nella sua vita professionale sono state molte le occasioni in cui si è trovata come unica donna tra tanti uomini seduti ai tavoli di lavoro. Situazioni spesso imbarazzanti che evidenziano come, in molti casi, il contributo delle donne esperte é solo marginale: come di apertura o di chiusura nelle conferenze e quasi mai nel corpo degli eventi. Così come le colleghe presenti, Mori ha provato a chiedere panel più bilanciati ma ciò dipende anche da chi organizza e dall'argomento trattato. Ha sottolineato che negli ultimi venti anni l'emancipazione è evidente nell'aumento del numero di donne che lavorano nel settore legale e della loro presenza anche in posizioni apicali. Resta il fatto che nell'immaginario collettivo alcune professioni sono solo per gli uomini.
Donatella Sciuto, vicerettore del Politecnico di Milano, ingegnere, professore ordinario, specifica il fatto che sono poche le ragazze si interessano all'ingegneria. Per le donne esiste un certo interesse per le scienze ma un numero residuo per l'ingegneria. Ha parlato di alcune forme di discriminazione incontrate nella sua carriera spesso da parte dei docenti più anziani non sempre consapevoli di affermazioni o atteggiamenti tali nei confronti delle donne. Importante, nel suo settore, é partecipare ai comitati di programma che organizzano convegni e conferenze. Il problema è che in questi comitati si entra per cooptazione: quindi nella maggior parte dei casi sono gli uomini a scegliere. Ma lo sguardo della Sciuto é ottimista quando afferma che anche le donne possono arrivare a livelli alti come capita agli uomini.
Soluzioni al problema. Sicuramente le donne che già partecipano agli eventi devono cercare di coinvolgere le colleghe perché loro sono meno brave nel fare rete. Ma la risposta va trovata anche nella sensibilizzazione dei più giovani affinché questi vengano abituati ad un mondo nel quale la donna ha assunto sempre più un ruolo importante e non subordinato a quello degli uomini.
Alessandro Bottone