EDITORIAL CARTOONING: VIGNETTE, SATIRA E COMMENTO NEL GIORNALISMO DIGITALE

Satira e web: un connubio nuovo eppure ricchissimo di potenzialità. È questo il messaggio che i vignettisti del panel discussion tenutosi questa mattina nella Sala dei Notari hanno messo in evidenza nei loro interventi. La pensa così anche Mark Fiore, autore satirico vincitore del Premio Pulitzer 2010, come anche Dean Perkins, in arte Tom Tomorrow, vignettista presso il Daily Post, nuova frontiera del giornalismo satirico online.

Gli ospiti italiani, Maurizio Boscarol e Marco Dambrosio, meglio conosciuto dai lettori del Post di Luca Sofri come Makkox, hanno voluto sottolineare la (errata) contrapposizione che spesso si tende a imporre fra vecchi e nuovi autori di satira, ossia tra coloro che vedevano pubblicate le proprie vignette sulle prime pagine dei quotidiani, da Forattini ad Altan, e quanti invece oggi si affidano esclusivamente al web, magari restando sconosciuti al grande pubblico. La vignetta online, ha sottolineato Makkox, è un prodotto povero, in questo non molto dissimile dai graffiti che tappezzano i muri delle città; si tratta, in altre parole, di un “giornalismo grafico” che, rispetto a quello tradizionale, ha molte possibilità in più da sfruttare, dagli spazi alle tecniche cui può ricorrere, prima fra tutte l’animazione. Non più l’angusto riquadro di una vignetta, in cui bisogna concentrare tutto, ma un’intera pagina su cui costruire una sorta di piccolo racconto. Nasce cosi quella che Tom Tomorrow ha definito come vignetta-editoriale, un prodotto giornalistico di contenuto, ampio, portatore di un messaggio che non si riduce alla semplice battuta, alla trovata divertente e “ad effetto”.

Ciononostante, pare che l’editorial cartooning non venga considerato per il suo autentico valore, a volte molto maggiore di quanto solitamente si crede. La satira, tradizionalmente, si scaglia contro il potere, ne mette in evidenza gli aspetti controversi, le storture, i vizi di chi lo incarna; è un potente fattore di messa a nudo delle ipocrisie che sottendono alle sue pratiche, ai suoi riti. Quando però la satira si svuota del filtro morale che l’ha sempre caratterizzata fin dalla sua nascita, quel quid che la trasforma in strumento per far riflettere, ecco che tutto si riduce a pura ironia, a battuta fine a se stessa, sterile e vuota. È proprio quello che Mark Fiore cerca di evitare nel disegnare e animare i propri cartoon, con cui, ha detto, vuole sempre far pensare oltre che divertire. L’aspetto sicuramente più creativo della sua attività di vignettista della rete è l’uso dell’animazione applicata al disegno, ciò che ha prodotto una vera e propria svolta nella sua carriera, iniziata negli anni Ottanta con le vignette stampate. Fare satira con l’editorial cartooning consente di prendere in giro i politici e le loro debolezze con molta più forza e originalità d’impatto emotivo.

Un altro aspetto interessante su cui vale la pena interrogarsi, e a cui tutti gli oratori hanno offerto il proprio contributo, riguarda il business che si nasconde dietro un’attività apparentemente cosi poco appetibile dal punto di vista economico. Gli interessi, ovviamente, ci sono, e non sono pochi. Illudersi, ad esempio, che una redazione online dia molta più libertà e autonomia a un vignettista del web, rispetto a chi lavora sulla carta stampata, è un errore da evitare. Questo si spiega, infatti, in virtù di quegli interessi che si muovono dietro la satira giornalistica, rendendola appetibile e potente. Non si spiegherebbe altrimenti il rifiuto con cui la Apple ha risposto a Mark Fiore quando il vignettista statunitense propose di creare una applicazione per iPhone con le sue animazioni. Dissero che derideva troppo i personaggi pubblici.

La conclusione, parlando di satira, sembra essere sempre la stessa: una risata vi seppellirà. Anche dal web.

Antonio Bonanata