Gli unicorni in redazione

Nell’ambito della prima giornata del Festival Internazionale di Giornalismo 2015, si è svolta, alle 17.30 all’interno della sala Raffaello dell’Hotel Brufani, l’incontro dal titolo 'Gli unicorni in redazione’, in cui si sono confrontati John Crowley, digital editor del Wall Street Journal, Jacqui Maher, della BBC News Lab e Aron Pilhofer del The Guardian. A moderare il dibattito, Garrett Goodman di Wochit.
Tema della discussione la presenza e il ruolo, ormai fondamentale, degli unicorni nelle redazioni giornalistiche. Chi sono gli unicorni? Risponde John Crowley: “Sono coloro che creano le strutture grafiche-informatiche per far sì che i giornalisti possano raccontare storie nuove”. Gli unicorni quindi “formano nuove storie attraverso il data and journalism - ha detto Aron Pilhofer, che continua - le migliori storie sono interattive: questo significa avere il potere”.
Di tecnologia, più che di giornalismo applicato all’informatica, ha parlato Jacqui Maher raccontando la sua esperienza, prima come hacker -“ho iniziato a 15 anni” ha detto presentandosi- fino ad approdare alla BBC passando dal New York Times: “Io non nasco come informatica, ma mi piace ciò che i codici e la codificazione consentono di fare in ambito giornalistico”.
Ciò su cui i relatori si sono mostrati d’accordo è il fatto che sia necessaria una collaborazione tra giornalisti e unicorni, ovvero con persone che siano capaci di decodificare nel modo migliore la propria idea di storia. Un esempio pratico di questa collaborazione l’ha presentata e spiegata, alla sala gremita, il giornalista del Guardian mostrando due progetti. Il primo riguardante le storie degli immigrati raccontate con le loro parole, associando ad ogni volto una immagine e una storia. Il secondo, invece, ancora in fase di sviluppo, riguarda le elezioni 2015 nel Regno Unito: qui grazie al supporto tecnico degli unicorni, il giornale ha potuto creare dei grafici che mostrano in tempo reale la direzione dei sondaggi d’opinione.
Possiamo concludere con le parole del digital editor del WSJ: “Siamo in un periodo di transizione, in cui le abitudini comunicative stanno cambiando ed è necessario mettere gli unicorni, ovvero i decodificatori, al centro della conversazione”.

Paolo Marella
Angela Zicolella