I conti con la storia, il giornalismo, la politica

Paolo Mieli intervistato da Arianna Ciccone

Oggi, nella Sala dei Notari, alle ore 18.00, Arianna Ciccone ha intervistato Paolo Mieli durante l'incontro “I conti con la storia, il giornalismo, la politica”.

Erano presenti: Arianna Ciccone, co-fondatrice International Journalism Festival; Paolo Mieli, presidente RCS Libri.

Mieli – presidente RCS Libri: “Crediamo che la 'memoria' sia una parola santa. In realtà, l'oblio non è il contrario della memoria. Da Platone a Freud, l'oblio è centrale ed esiste una grande letteratura su questo tema perché senza di essa non può esserci memoria. Il Web ci mette tutto a disposizione ma manca, in parte, la selezione dei dati. Nella storia d'Italia, spesso mentiamo a noi stessi sul passato. Nessuno rivendica di essere appartenuto alla parte perdente, perché tendiamo a  portare il lascito della stagione precedente nella successiva. Questo ci intossica perché il meccanismo ci porta ad un punto di non verità. Non siamo obbligati ad abbeverarci di acqua tossica. Se pensiamo all'Odissea, la vera fine del poema è in un canto successivo, in cui Ulisse e Telemaco vogliono riprendere la battaglia contro i parenti dei Proci. Padre e figlio vengono fermati  da una lancia di Zeus ed è così che in realtà si chiude il poema. Zeus, infatti, pronuncia nel terzultimo verso la parola 'oblio'. Ecco allora spiegato l'intreccio fra 'oblio' e 'memoria'. Nel dodicesimo canto, infatti, Ulisse scende nell'Ade con Circe, incontrando alcuni protagonisti della guerra di Troia e l'indovino Tiresia. La vera meta, in realtà, consiste nel dimenticare i motivi, seppur legittimi, per cui Ulisse ha combattuto e vivere una nuova stagione. L'oblio serve a sistemare i conti con il passato e a tenere a mente che non tutto il bene e non tutto il male stanno da una sola parte. La storia può, infatti, essere rivista con un occhio diverso. Tutt'ora viviamo nel mito, risalente alla Rivoluzione Francese, per cui dietro ogni grande delitto ci sia una congiura. In realtà, la storia è fatta anche di 'buffe coincidenze' ma ciò che conta è avere la certezza di ciò che è realmente accaduto. Le mie entità di storico e giornalista sono ormai fuse, ma mi accorgo che nel tempo il compito degli storici sarà quello di affacciarsi alla mole enorme di informazioni. Il Web non conosce oblio perché è un mondo aggressivo, veloce. Fra alcuni anni sarà difficile riconoscere e distinguere la tossina e la falsa informazione. A mancare nel digitale, infatti, sono le autorità, un concetto ben diverso dalla notorietà. L'autorevolezza si lega al mezzo, all'acquisizione di esperienza, professionalità e tempo.”
Perugia, 03 maggio 2014

Annalisa D'Ambrosio
@anna_dambro5