Interviene Dan Gillmor
Un discorso breve ma pieno di significato. Un appello alla categoria, un messaggio e un invito che va dritto al punto. Mi permetto di poter riassumere così il discorso di Dan Gillmor, noto giornalista statunitense e uno dei maggiori sostenitori dell' informazione dal basso. Il titolo che Gillmor ha scelto di dare al suo intervento di oggi parla da sé: pone una domanda identificando già una risposta che poi non è altro che la posizione assunta e spiegata dallo stesso speaker. I giornalisti devono essere attivisti. L'incipit del monologo vede protagonista la storia di James Risen, giornalista del New York Times che l'anno scorso rischiò il carcere per alcune dichiarazioni, rilasciate tramite Twitter, sull'amministrazione Obama definita come una di quelle più limitative della liberà di stampa nella storia degli Stati Uniti. "I giornalisti non sono neutrali e su questi temi non dobbiamo essere neutrali. Risen è l'esempio di quello che dovremmo essere tutti noi: attivisti del mondo di oggi. Il giornalismo è un aiuto alla comprensione del mondo e questo per noi significa soprattutto dire la verità", così Gillmor alla platea di giornalisti. Poi l'avvertimento: "Il legame che può esserci tra attivismo e giornalismo può essere contaminato dalla propaganda. Non parlo di quel tipo di impegno, spesso mascherato da interessi politici ed economici. Io parlo dell'attivismo legato alle tematiche per cui è impossibile essere oggettivi e per cui noi giornalisti abbiamo il dovere di prendere una posizione. Dobbiamo essere schierati per difendere quei valori e quelle libertà fondamentali. Chi non lo fa non solo non è attivista, ma non può essere definito neanche un buon giornalista". L'impegno e la responsabilità sociale dell'attività giornalistica, "e non faziosità" con tiene a sottolineare, è molto forte, dunque, nelle parole di Gillmor che giunto quasi al termine del suo intervento punta il dito contro quelli che lui stesso definisce "punti di controllo", ovvero quei precisi contesti in cui il potere economico e politico può far valere il proprio peso a scapito dei diritti e delle libertà collettive. Da qui a parlare di Internet il passo è molto breve: "E' la nuova frontiera della censura. Se noi non ci opponiamo al controllo di massa non siamo giornalisti. Le nuove industrie online e delle telecomunicazioni stanno diventano, o lo sono già diventate, i nuovi direttori della rete. Noi stiamo permettendo tutto questo. Abbiamo scelto di concedere parti delle nostre libertà in cambio della comodità. Se non ci opponiamo a questa aggressione non possiamo definirci giornalisti". Attivismo e giornalismo sono connessi, in certi casi necessari l'uno per l'altro. Prima di salutare il pubblico Gillmor ha infine annunciato il relatore che lo avrebbe succeduto di lì a poco sul palco: "Fare del vero giornalismo, in molte parti del mondo, è attivismo di per sé. In quanto giornalista mi sento umile nei confronti di chi rischia la vita per raccontare la verità, nient'altro che la verità..."
Riccardo Aulico