IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO

Perugia, 14 Aprile 2015 - Nell'ambito del 15° Festival Internazionale del Giornalismo si è tenuto, quest'oggi, il workshop “Il dilemma del prigioniero”.
Nella sala del Centro servizi “G.Alessi”, Pier Luca Santoro, esperto di marketing, comunicazione e sales intelligence, ha guidato i presenti lungo un percorso esplicativo riguardo i modelli di business per la sostenibilità dell'informazione nell'epoca digitale.
Il titolo del workshop fa riferimento ad un falso paradosso della probabilità contro la logica, attinto alla teoria dei giochi.
Paradosso secondo cui, tra una serie di soluzioni, quella migliore è allo stesso tempo anche la meno probabile.
Un' efficace metafora per identificare le attuali tendenze dell'informazione digitale, in particolare la necessità di (e le dinamiche con cui) convertire i tradizionali guadagni del cartaceo in proventi ricavati dal digitale.
Interesse di Santoro è stato quello di dimostrare come attualmente, in ambito editoriale, la migliore strategia di marketing sia quella capace di creare una rete sociale basata sui concetti di “reputazione” e “relazione”.
Modello di tale linea di business è la moderna community virtuale (ad esempio quelle nate su Facebook o Twitter), fondata sulla condivisione di contenuti, interessi e passioni comuni, su un forte tasso di coinvolgimento e partecipazione e sul senso di identificazione all'interno del gruppo.
La tendenza a creare comunità (o "membership") virtuali scaturisce dalla necessità di soddisfare un bisogno innato nell'uomo, ossia quello si scambiare informazioni e appagare un naturale senso di coesione.
Le vincenti manovre di mercato editoriale digitale sono appunto quelle che sapranno innestarsi in una tale prospettiva, andando a soddisfare criteri quali la personalizzazione, il sentimento di esclusività ed affettività col cliente, la facilità di accesso, l'immediatezza e l'abbondanza dei contenuti, la fruizione e la condivisione aperta e trasparente degli elementi interattivi ed aggiuntivi.
Tale prospettiva confluisce nel concetto del “native advertising”, ossia quella forma di adveristing on-line volta a generare l'interesse degli utenti verso il brand.
A tal proposito Santoro ha citato numerosi esempi di testate giornalistiche on-line locali ed internazionali, nonché siti internet che operano secondo i criteri del native advertising e della community virtuale.
Negli ultimi anni Santoro ha sviluppato una significativa esperienza nell'ambito dell'edutaitment (education e entertainment)e alla mass comunication.
Attualmente opera come consulente per progetti di posizionamento strategico, organizzazione, comunicazione e formazione per aziende pubbliche e private, associazioni di categoria e amministrazioni pubbliche.
In passato è stato responsabile del marketing e dell'organizzazione commerciale di grandi imprese.
I contenuti del workshop di oggi sono approfonditi nel volume “Il futuro dei giornali, i giornali del futuro”, edizioni Informant.
Ricordiamo inoltre che Pier Luca Santoro interverrà nel corso dell'incontro “#hackmedia15: hackathon su media e giornalismo in Italia”, che si terrà Giovedì 16 alle 9.30 presso l'Hotel La Rosetta.

Francesca Mascioli