Il FOIA italiano funziona?

“Una sfida, ma anche una grande opportunità di crescita per il nostro Paese”. Queste le parole del ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia, in collegamento con il Festival Internazionale del Giornalismo in occasione di un panel dedicato al Freedom of Information Act italiano, attualmente in corso di approvazione alle Camere.
L’incontro, moderato da Guido Romeo, co-fondatore di Diritto di Sapere, ha visto la partecipazione di Anna Ascani, deputato PD, Ernesto Belisario, avvocato e scrittore, e Helen Darbishire, fondatore di Access Info Europe. Voci diverse, ma ugualmente attive sul processo legislativo in atto. Il ministro, in diretta telefonica, ha aperto il dibattito, introducendo gli obiettivi di un provvedimento oramai comunemente ritenuto necessario.
“Il tempo è adesso. Siamo pronti a collaborare con Camera e Senato per migliorare un impianto a nostro avviso già rivoluzionario”, ha affermato la Madia. Obiettivo del FOIA è permettere ai cittadini di accedere agli atti della pubblica amministrazione, senza le restrizioni previste dalle leggi attualmente in vigore. Secondo il Global Right to Information Rating, l’Italia è oggi al 97° posto su 103 paesi rispetto al ranking internazionale di accesso all'informazione.
La stesura attuale, in realtà, sembra non soddisfare ancora gli standard di trasparenza richiesti, come afferma Ernesto Belisario, profondo conoscitore della materia e tra i principali promotori dell'iniziativa Foia4Italy: “In primo luogo, la norma non gestisce le eccezioni e risulta dunque astratta. Un ulteriore punto debole è il ‘silenzio diniego’ da parte della pubblica amministrazione, che non si assume così alcuna responsabilità nella scelta. Inoltre, in questo caso, non sono previsti rimedi stragiudiziali e poco onerosi per i cittadini”. Unica opzione in caso di diniego, infatti, è ancora il ricorso al TAR.
Gli stessi punti sono stati sottolineati anche da Helen Darbishire, che ha sottolineato: “Si tratta di un passo avanti, ma l’attuale stesura non consentirà all'Italia di guadagnare molti punti sul tema della trasparenza. Se l’impegno da parte del governo è reale, il mio invito è quello di guardare ai numerosi esempi a livello internazionale, e di lavorare ancora su questa legge”.
L’incontro è stato chiuso da Anna Ascani, relatrice alla Camera del decreto introduttivo al Freedom of Information Act: “Sono ottimista sulla possibilità di poter collaborare con il Governo per le modifiche da apportare. Se ciò non dovesse accadere, siamo pronti a utilizzare gli strumenti che la Democrazia ci offre per avere la migliore legge possibile”.

Annalisa Masi