Il ritmo dello sport in TV

Stamattina, 6 aprile 2017, una grandissima folla ha accolto a Palazzo Graziani il panel che vedeva protagonisti tre grandi voci di Sky Sport, moderate da Giuseppe De Bellis,  il nuovo direttore di GQ Italia.
In un vivace dibattito Elena Pero, telecronista di tennis, Maurizio Compagnoni, telecronista di calcio e Flavio Tranquillo, telecronista di basket, si sono confrontati su come cambiano la preparazione, il linguaggio e il ritmo delle telecronache nelle diverse discipline.
La prima a prendere la parola è Elena Pero, che alla domanda “Che cosa è cambiato negli ultimi anni nel racconto della telecronaca del tennis?” ha risposto loquacemente affermando che rispetto ai decenni passati ciò che è cambiato maggiormente sono le riprese televisive, che con una qualità delle immagini nettamente superiore, ci hanno permesso di far vedere e di vedere cose che in passato era difficile trasmettere. Equiparando i grandi campioni del passato con quelli attuali, nonostante il loro carisma sia egualmente eccezionale, le migliorie nelle tecnologie utilizzate consentono un impatto pubblico maggiore non solo in ambito italiano ma internazionale: lo spettatore riesce ad identificarsi in un modo mai visto prima nel campione che segue quotidianamente.
Anche nel mondo del Basket assistiamo agli stessi sviluppi? risponde Flavio Tranquillo “Sicuramente ciò è accaduto anche nel mondo del Basket, ritengo che la telecronaca sia un aspetto importante come tanti altri all’interno di un prodotto, ma metterla in primo piano, pensare che si giochi la partita solo per questo è un tipico errore che si fa all’inizio”. La sfida per chi fa telecronaca, spiega, è essere giornalista, una forma di giornalismo estremo: si ha due, tre decimi di secondo per costruire il prodotto, scegliere le parole giuste. L’importante è capire che la telecronaca è solo uno degli aspetti di questo sistema, un sistema più grande, in costante sviluppo. È sicuramente complesso riuscire ad adeguarsi al ritmo di una partita di basket dove il fatto che ci siano azioni importanti ogni pochi secondi porta a dover fare scelte continue.
“Il calcio è stato probabilmente lo sport che più ha visto cambiare la telecronaca, potenzialmente non c’è più niente da migliorare, scoprire o possono esserci degli sviluppi?” a questa domanda Maurizio Compagnoni ha risposto affermando che lui stesso si è posto questo interrogativo: “mi chiedo io stesso cosa possono immettere di diverso, originale i nuovi telecronisti che a mio parere hanno un grandissimo potenziale ma si ispirano moltissimo a noi, c’è poco di innovativo, originale ma non posso certo fargli una colpa”. Seguendo il modello tedesco, cercare di ridurre al minimo la telecronaca, può essere sicuramente un nuovo orizzonte, ma Compagnoni fa fatica ad appoggiarlo “è vero che quando il pubblico guarda una partita sa chi sta prendendo la palla, ma lo spettatore va accompagnato nella visione, le parole chiave secondo me sono: ritmo altissimo, enfasi giusta, toni carichi ma senza esagerare”. Confessa di invidiare al Basket il fatto che in media ogni 15 secondi si va a tiro mentre nelle partite di calcio possono esserci anche 2, 4 minuti in cui non succede niente di cruciale.
Passando nuovamente la palla a Elena Pero, De Bellis la interroga su quanto sia complesso, parlando di ritmo dello sport attraverso la telecronaca, avere una preparazione sempre diversa in match che vedono spesso e volentieri sempre gli stessi protagonisti. Trovare temi originali per fare telecronaca è sicuramente difficile, spiega, ma a differenza degli altri sport, in un mondo come quello del tennis, indipendentemente da chi gioca, quando la pallina è in gioco bisogna stare più in silenzio possibile. Il ritmo della telecronaca in realtà è il ritmo della partita, il suono della palla che tocca il campo. Sta al telecronista, quindi, trovare i modi e i tempi giusti per commentare il tutto. “Quello che invidio al Basket e al Calcio è l’enfasi nella telecronaca, è vero noi abbiamo anche la possibilità di divagare, di raccontare altro, ma che senso ha parlare di fatti che succedono in altri momenti quando due giocatori stanno giocando proprio di fronte a noi?”.
L’incontro si è concluso con le domande entusiaste degli spettatori che hanno chiesto di ricordare quelle che a loro parere sono le telecronache più belle che hanno realizzato.

Virginia Morini