7 aprile, Palazzo Sorbello – A che punto è la politica digitale in Italia? Questo è stato il tema affrontato da Paolo Barberis, consigliere innovazione Presidente del Consiglio, Luca De Biase, Il Sole 24 Ore e Massimo Mantellini, giornalista e scrittore.
I tre ospiti hanno dialogato sulla necessità di creare in Italia un ecosistema digitale innovativo che stia al passo con quello degli altri paesi europei e che sia capace di offrire ai cittadini italiani la possibilità di accedere ai servizi pubblici tramite web.
Come ha sottolineato Massimo Mantellini ad inizio incontro: «Il nostro paese presenta due grandi problemi. Il primo è il “digital divide culturale” dei cittadini italiani –ovvero l’incapacità della maggior parte della popolazione di accedere ed utilizzare le nuove tecnologie – e la mancanza di un’infrastruttura performante moderna».
L’avanzata della politica italiana verso la digitalizzazione viene così rallentata da queste problematiche, nonostante il processo di realizzare una piattaforma digitale sia iniziato già da diversi anni, sotto i governi precedenti a quello di Renzi, attualmente in carica. Paolo Barberis ha infatti fatto notare che il suo lavoro si sta basando sulla continuazione di quanto era già stato avviato sotto le precedenti presidenze, agendo principalmente su quattro aree d’intervento: «La prima è la trasformazione digitale dell’amministrazione italiana, la seconda è la realizzazione di una rete in fibra, la terza è l’alfabetizzazione digitale e l’ultima – ma non per importanza – l’economia digitale». Perché le quattro aree d’intervento vengano assorbite dai cittadini italiani, «occorre però – continua – che le categorie manageriali e imprenditoriali in primis capiscano l’importanza e l’utilità della digitalizzazione».
«È dal 2012 – ha poi aggiunto Luca De Biase - che i governi italiani stanno lavorando perché l’Italia diventi sempre più smart. Nel corso degli anni, si è lavorato sulle start up, sull'agenda digitale e ora sul sistema pubblico digitale, ma non tutti i cambiamenti sono stati recepiti. Oggi, invece, dobbiamo cercare di essere i protagonisti di questo cambiamento digitale per non limitare il nostro paese a nuovi investimenti. Ad esempio, l’Italia è il secondo produttore mondiale di automazione robotica, che si basa e funziona soprattutto grazie ad Internet, farci trovare impreparati sul fronte della digitalizzazione significa limitare di molto questo mercato».
La sfida futura che la politica italiana dovrà affrontare sul campo della digitalizzazione è «La creazione – dichiara Paolo Barberis – di un app store, ovvero una piattaforma digitale con delle web app, che permettere ai cittadini italiani di accedere dal proprio smartphone ai servizi pubblici. Un progetto non facile da realizzare ma utile e necessario per l’Italia».
Elsa Pasqual