Il teatro degli oggetti

Di Fulvio abbate. Alla fisarmonica gerardo Balestrieri
mercoledì 6 aprile

La lunga e attesa fila per il primo evento serale di questa decima edizione del festival, c’era. Il teatro degli oggetti, in scena al teatro La Sapienza, ha rispettato pienamente il suo titolo, proponendo un viaggio attraverso il tempo, punteggiato dagli iconici oggetti dei nostri ricordi. Un unico obiettivo: restituire attraverso gli oggetti la memoria del mondo. Fulvio Abbate ha quindi proposto un viaggio attraverso i ricordi interpretando con un punto di vista, sommessamente personale, alcuni incredibili oggetti della storia del mondo. Dall’Italia, all’America, passando per la Francia. La storia attraverso gli oggetti, la storia che sta dietro gli oggetti. Impossibile dimenticare la “radio-casetta” della Mulino bianco, forse più difficile trovare invece chi possedeva la tessera postale “meravigliosa nella sua apoteosi barocca”, come spiega Fulvio Abbate e che sostituiva la carta d’identità che al tempo non esisteva.  Il frontespizio delle novelle di Vittorio Spartaco Paparazzo che ha ispirato il fotoreporter di Fellini e al quale era stato caldamente raccomandato di abbandonare la carriera di scrittore, finché era in tempo. Una miniatura di JFK in versione temperamatite, vicino a quella del suo presunto assassino, il suo stesso vicepresidente Lyndon Johnson.Il pesce cantante, presente in molte case negli anni ’80, sempre pronto a intonare “don’t worry, be happy”, portato sul palco come l’oggetto sacro di Wall-e, l’indimenticabile robottino della Pixar. Gli oggetti raccontati da Fulvio Abbate non sono stati presentati seguendo un ordine temporale, quanto piuttosto un climax di meraviglia, al termine del quale lo scrittore ha proposto la miniatura in ceramica di uno scugnizzo Napoletano con l’incredibile capacità di fumarsi davvero un minuscolo pezzo di carta arrotolato.

Beatrice Taccini