In tarda mattina il Teatro Pavone è stato il luogo scelto per uno speciale keynote speech dedicato all’influente e innovativo Mister Al Jazeera, Wadah Khanfar, già direttore generale di Al Jazeera, che dal 2003 al 2011 ha completamente riformato l’emittente televisiva sino al suo massimo successo ottenuto con la copertura della Primavera Araba. Incontro moderato da Francesca Caferri giornalista de la Repubblica.
L’opinione del vincitore del premio First Global Thinkers per Foreign Policy è decisa e netta: il Giornalismo sta attraversando la sua Era di Trasformazione secondo cui molti elementi scompariranno per far posto a innovazioni e trasformazioni radicali della struttura stessa del professionismo giornalistico.
Ci si domanda cosa avverrà nei prossimi 5 o 10 anni in questo settore. Fino ad ora la mission del Giornalista dal punto di vista metodologico si è un po’ persa poiché influenzata negativamente –introducendo elementi di soggettività nel lavoro giornalistico- dai Centri di Governo o dagli Enti che finanziano i mezzi di comunicazione. In tempi prevedibilmente brevissimi questo rapporto giornalista-istituzioni esterne si affievolirà dando nascita a trasformazioni imponenti. I Governi, secondo Khanfar, devono poter affrontare un certo tipo di Giornalismo che non possono controllare ed è in questo interstizio spaziale che i Social Network sfidano le relazioni tra i Centri di Potere (Governi, Aziende) e il Giornalismo in toto. Con questi nuovi dispositivi di elargizione dell’Informazione si può rimettere in gioco la mission del Giornalista.
La tecnologia ci dà l’opportunità di ristrutturare e dare uno slancio al lavoro rendendo più economico l’intero lavoro giornalistico. L’utilizzo dei Social Media offre un accesso alla notizia di grossi eventi sul campo a basso costo presentandola, inoltre, in maniera più dinamica e creativa.
In questo nuovo scenario giornalistico –non troppo futuro secondo Mister Al Jazeera- sono le persone al centro di tutte le dinamiche e di tutti i soggetti che sono implicati nell’Informazione. Le persone sono la fonte e allo stesso tempo l’obiettivo e il target finale della notizia. Nell’attuale momento storico caratterizzato da tecnologie avanzate sono le persone il soggetto più informato in assoluto diversamente dal passato in cui solo le persone specializzate potevano informare e avere i mezzi per informarsi. I Social Network, quindi, diventano il terreno fertile per la diffusione delle notizie in tempo reale perché raccolte dalla gente che vive o si trova sul posto/sul campo ma la fase successiva deve esser seguita dai Professionisti del settore, vale a dire dai Giornalisti che diventano analisti dell’informazione ricevuta e la elaborano secondo le loro conoscenze e secondo il contesto che solo loro sanno interpretare poiché detengono gli strumenti metodologici e le competenze acquisite dalla formazione alla professione.
Il lavoro del nuovo giornalista sarà quello di fissare le priorità per comprendere l’entità degli eventi; poi dovrà contestualizzare poiché dai social media arriveranno brevi informazioni che dovranno essere integrate dalle conoscenze più profonde di un esperto/tecnico quale è il giornalista; infine dovrà prevedere scenari futuri alla luce degli eventi accaduti comprendendo le implicazioni future e guardando “agli interstizi delle scene”. Il Nuovo Giornalismo non intacca l’attuale Giornalismo ma più semplicemente lo integra, lo migliora aggiungendo strumenti tecnologici che trasformano la metodologia applicata all’Informazione.
In sostanza, i Giornalisti possederanno uno sguardo analitico attribuendo significato a ciò che accadrà e che sarà stato abilmente raccolto dai Social Media. Questo è Integral Media vale a dire la presenza di social media e giornalisti specializzati che collaborano ma allo stesso tempo restano separati.
Maria Giovanna Ragazzo