Internet, i nostri diritti

Si è svolto giovedì 7 aprile nella Sala dei Notari l’incontro “Internet, i nostri diritti” cui erano presenti Anna Masera, Stefano Rodotà, Guido Scorza e Luca De Biase come relatori. Lo scopo, dibattere il tema riguardante la Dichiarazione dei diritti e i diritti dei cittadini nell’era di internet.

Si è aperto con i saluti di Anna Masera e un’introduzione di Stefano Rodotà, collegato via Skype, il convegno “Internet, i nostri diritti”, che si ricollega al libro omonimo pubblicato da Masera e Scorza.
Ripercorrendo la storia della creazione della Dichiarazione dei diritti votata in Parlamento qualche mese fa Rodotà ha chiarito alcune questioni a essa legata. Il giurista tratta il senso che la Dichiarazione dei diritti assume in un momento in cui internet è oggetto dell’attenzione pubblica, come luogo pericoloso e dove i diritti dovrebbero venire ben delimitati. La Dichiarazione ha valore in sé poiché identifica una serie di criteri da validare per concretare la norma vincolante. Termina la sua introduzione parlando del diritto all'oblio e chiedendosi come la cancellazione delle informazioni possa intaccare chi svolge la professione di giornalista.
Prende poi la parola Anna Masera che ripercorre le tappe che hanno portato alla creazione della Carta dei Diritti e tocca il tema della sicurezza che cozza sempre con diritti e riservatezza dei dati.
Guido Scorza cala il suo intervento più specificatamente nel libro che ha scritto con Anna Masera, ripercorrendo i vari diritti in internet, trattati. Secondo lui è importante porsi il problema delle regole di internet giacché "Il diritto non esiste finché i soggetti destinatari di esso non sanno di averlo”. Secondo lui con la Dichiarazione dei diritti in Internet un lavoro importante è stato fatto ma non basta se cittadini non si impossessano di quella Dichiarazione, rendendolo il punto di partenza.
Chiude il tutto Luca De Biase che ha sostituito Rodotà nell’appuntamento odierno. Emblematica una sua citazione: “I diritti non sono una cosa che si oppone ai doveri. Sono una dimensione di ciò per cui noi vogliamo bene agli umani. Parliamo di diritti umani, universali, non contrapposti agli altri diritti”. In un momento in cui l’umanità sta cambiando e lo smartphone è parte dell’anatomia umana, protesi ormai indispensabile e dunque privata, bisogna diventarne consci, consapevoli dei nostri diritti in rete, e preparare la discussione attorno a questi argomenti.

Tanya De Marzi