Introdotto da Guido Romeo (Il Sole 24 ore), Paul Steiger inizia il suo intervento al festival presentando il progetto di ProPublica, testata per la quale ha lasciato la direzione del Wall Street Journal. ProPublica, balzata all’onore della cronaca internazionale come prima testata on-line ad aver vinto un premio Pulitzer, è una testata di giornalismo investigativo che sopravvive grazie al fund raising ed a una generosa donazione dei due editori che ogni hanno versano 10 milioni di dollari. Steiger introduce la discussione con alcune considerazione sul presente ed il futuro dei media: in primis dichiara la morte del vecchio modello economico mediatico che ha dovuto cedere spazio ai new media ed al web. Inoltre sottolinea la necessità del giornalismo moderno di reinventarsi in modo tale da potersi meglio integrare con i nuovi strumenti che la tecnologia ha messo a disposizione, e da poter affrontare gli ingenti costi che il giornalismo deve oggi affrontare (corrispondenze dall’estero, inchieste, ecc. costano sempre più).
Steiger, inoltre, continua il suo intervento condividendo con il pubblico la sua esperienza a ProPublica sottolineandone sia gli aspetti innovativi, sia i grandi successi. Viene, dunque, sottolineato il grande lavoro che ProPublica è riuscito a creare nella sua breve vita grazie al lavoro comune di giornalisti di professione ed il citizen journalism. Steiger ha infatti molto insistito su questa necessità di mediare le possibilità offerte dei nuovi media e dalla partecipazione dei cittadini con le possibilità di visibilità offerte dai media tradizionali; le ricerche di ProPublica, infatti, non si trovano solo on-line ma vengono cedute gratuitamente ai quotidiani e network di tutto il mondo. Il direttore, inoltre, ha raccontato alcuni dei principali reportage pubblicati sul sito in modo da far comprendere il grande lavoro effettuato dai giornalisti di ProPublica e dalla sua rete di collaboratori sul territorio. Un esempio è quello dell’attività di monitoraggio sui lavori partiti grazie al piano di risanamento del presidente Obama, che non si sarebbe potuto realizzare solo con una redazione, data la vastità del progetto. Fondamentale, in questo caso, è stato il lavoro volontario dei cittadini che si sono spontaneamente offerti di monitorare le diverse zone.
Infine, sollecitato dal dibattito con il pubblico, che chiedeva come questo modello si potesse esportare nel nostro paese, Steiger si è dimostrato ottimista, spiegando che a prescindere dalle specificità di ogni singolo paese, la rapida successione di cambiamenti nell’epoca digitale e la veloce risposta del pubblico, possono portare alla creazione di siti come ProPublica, in qualunque contesto.
Alessandro Ghioni