Le informazioni hanno ormai sostituito il petrolio nelle guerre e nei conflitti di stato, e l’accesso e la protezione delle notizie e dell’informazioni è diventato di vitale importanza in ogni settore della società contemporanea. Questo il tema dell’evento “Le nuove guerre degli stati attraverso le informazioni” che si è tenuto oggi pomeriggio nella Sala Priori dell’Hotel Brufani di Perugia, e che ha visto Stefano Mele - esperto si cyber spionaggio e security e membro dello Studio Legale Associato Carnelutti – e Eugenio Albamonte – fresco dell’investitura come presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Ma quanto conta la cyber security oggigiorno? Sembrerebbe molto, basti pensate che ogni anno i servizi segreti fanno rapporto al parlamento: nel rapporto del gennaio 2016 ”Documento di Sicurezza Nazionale” si scopre che in Italia il numero complessivo di attacchi ostili è costituito al 52% da attacchi hacker è uguale al 52% e il 19% dal cyber spionaggio.
Eugenio Albamonte prova a fare un po’ di chiarezza: “Ci sono prevalentemente tre gruppi di attività criminali sul web: il primo è composto dagli hackivisti, cioè hacker con finalità politico e sociale connotati dalla profonda conoscenza del deep web, costituita da soggetti esperti. I loro obiettivi sono siti istituzionali con attività di infiltrazione che però raramente è finalizzata alla sottrazione di dati”, spiega Albamonte.
“Il secondo gruppo è costituito dai gruppi islamisti, i quali fanno propaganda, reclutamento e proselitismo, mentre il terzo gruppo è proprio quello dei crimini legati allo spionaggio, che rappresenta un attività silente atta al prelievo incognito di informazioni” conclude Albamonte.
“Si parla spesso di cyber terrorismo: in realtà è un termine sbagliato perché se da un lato semplifica il tema ai non addetti ai lavori dall’altro rende un immagine distorta dei rischi che comporta” spiega Stefano Mele, esperto di cyber intelligence.
Ma quali sono i settori più colpiti da questi attacchi? “Si fatica a crederlo, ma i giornalisti, le agenzia di stampa e gli editori, sono allo stesso livello delle associazioni industriali e quasi quanto il settore bancario” spiega Mele.
“La vera minaccia quindi è lo spionaggio perche abilitante di tutte le altre condotte nefaste: se hanno i miei dati possono procedere a danneggiarmi in tutti i modi sopra elencati” avverte Mele.
L’esperto poi spiega che nonostante tutte le contromisure la falla è dietro l’angolo. “Basta un errore umano a distruggere tutte le precauzioni e i sistemi di difesa e protezione tecnologica” Per esempio, l’errore umano ha conseguenze devastanti” ammette Mele.
Albamonte conclude parlando dello spionaggio internazionale, tema anch’esso centrale all’evento. “Lo spionaggio costituisce da sempre il migliore strumento in mano agli stati per ottenere vantaggi strategici, economici e politici non solo nei confronti degli avversari ma soprattutto degli alleati” spiega il magistrato, che poi ammonisce: “tutti gli stati spiano e vogliono continuare a spiare. Non esiste nessuna norma nel diritto internazionale che vieti di fare spionaggio.” L’unica difesa? La conoscenza degli strumenti di difesa.
Giacomo Galardini