Lercio e l’era della post-falsità

“Sapete tutti che doveva esserci il Panel di Marco Travaglio alle nove ma ha avuto un incidente: è caduto dal piedistallo e non potrà essere presente” si apre tra le risate del pubblico l’irriverente incontro in Sala dei Notari con gli autori di Lercio.it Alfonso Biondi, Vittorio Lattanzi, Andrea Michielotto, Stefano Pisani.
“In un mondo avvolto dalle tenebre della post-verità, vogliamo parlare invece di post-falsità. Quello che ci piace e che vogliamo fare è ribaltare la verità, creare un nostro mondo irreale con le tecniche dell’esasperazione, dell’inversione dei luoghi comuni, costruendo una realtà come quella di Lercio che però in alcuni casi risulta più vera del vero” esordisce Andrea Michielotto.
Lercio nasce nell’ottobre del 2012 come uno spazio nel blog personale di Michele Incollu. Il nome ed il logo sono una parodia di “Leggo” e l’obiettivo è quello di fare satira su quel giornalismo sensazionalistico, che ora impazza sul web: il cosiddetto giornalismo 2.0. In Italia erano già presenti giornali esclusivamente cartacei, come Cuore, Il male e il Vernacoliere, che utilizzavano l’espediente di creare notizie false per fare satira, ma quello che mancava era una parodia del giornalismo sul web.
Ma in anni in cui i termini “post-verità” e “fake news” impazzano, una delle domande a cui gli autori di Lercio cercano di rispondere è “Qual è la differenza tra bufala e satira? Come fare per non confonderle?”.
“I parametri per analizzare e distinguere la satira da una bufala sono essenzialmente tre” afferma Alfonso Biondi “lo stile, il contenuto e l’obiettivo”. Lo stile di una satira è comico: già dal titolo sono presenti battute e parodie, mentre lo stile di una bufala cerca di scimmiottare il più possibile quello del giornalismo tradizionale per cercare di comunicare veridicità. Il contenuto della satira è poi palesemente falso, mirato all’obiettivo finale di trasmettere un messaggio, una riflessione; al contrario la bufala cerca di mascherare una bugia in verità, con un contenuto falso, mirando a trasmettere notizie che siano viste e cliccate il più possibile per un ritorno economico e di immagine.
Dove nasce l’equivoco allora? Perché alcuni prendono le notizie di Lercio non come satira ma come bufale che girano in rete? “La questione va analizzata sue due fronti” affermano “sul micro-fronte: la notizia che viene trasmessa veicola una punto di vista che porta inevitabilmente alla risata, ma sul macro-fronte la parodia, la satira, porta a criticare un sistema di fondo come appunto quello del giornalismo 2.0.
Viene inoltre affrontato un altro tema importante in ambito della post-verità e post-falsità: la Narrazione Emotiva. Nell’era giornalistica in cui viviamo risulta molto più importante sollecitare le emozioni del pubblico piuttosto che attenersi ai fatti reali. “Daniele Luttazzi” racconta Stefano Pisani “spiegava che fare uso della narrazione emotiva in modo efficace significava raccontare le gesta di un soggetto, come ad esempio un politico, come un poema epico: devono esserci quindi dei nemici, degli antagonisti, degli ostacoli ed è importante anche che l’eroe abbia delle debolezze che lo avvicinino al pubblico e delle caratteristiche che lo rendano simpatico”.
Alla luce di ciò, qual è quindi il modo di Lercio, e della satira in generale, di smontare la narrazione emotiva?  Invertendo o esasperando certe parole chiave utilizzate dai principali personaggi politici, o più in generale da tutti coloro che usufruiscono di questa tecnica per promuoversi. Vengono fatti gli esempi di Grillo, Salvini e Renzi.  Sono molti i titoli di Lercio mostrati al pubblico che cercano di invertire e smontare questa tendenza, uno fra tutti: “Grillo smaschera la Germania: lo spread tedesco è sempre zero”.
Le riflessioni sono state intervallate da varie proiezioni accolte dall’ilarità della folla presente.  In primis la Top Ten di Lercio, le dieci notizie più cliccate dal pubblico: una delle molte proiettate è stata “Fa un viaggio in india per ritrovare se stesso e dopo 2000 km a piedi scopre di essere un coglione”.                                                                                                                                                                      È stato Vittorio Lattanzi a commentare la ‘rubrica’ “Boccaloni nel mondo” dove si è mostrata, fra le tante, una notizia, creata appositamente da un sito per generare il riso, in cui l’immagine che accompagnava l’annuncio della morte di Dario Fo era quella dello scrittore Andrea Camilleri; erano moltissimi i lettori che indignati gridavano alla bufala, non capendo la parodia, l’ironia di sottofondo.
L’incontro si è concluso con il momento del “Vero o Lercio?” dove un ragazzo del pubblico ha dovuto capire quali, tra i vari titoli, fossero di Lercio e quali si riferissero invece a notizie realmente accadute. Il libro di Lercio uscirà Il 13 aprile con la presentazione di Daniele Luttazzi e l’introduzione di Sio.

Virginia Morini