Matteo Renzi, i bambini, le startup

Sottotitolo: "We don't need no education"

Vincenzo @ungormite Marino - blogger celebre per le sue performance nel programma “L'Ultima parola” di Paragone - arriva al Brufani, sede del Festival, alle 6.45 del mattino per coordinare la strategia social. Una folla di bambini, qualche centinaio pressappoco, blocca l'ingresso dell'hotel.

“Scusa bimbo, che bella maglietta hai. Che fate tutti qui?”, chiede il bogger coi baffetti e gli occhialoni.

“Ci ha portato la maestra da Crotone per vedere Matteo Renzi”.

Matteo Renzi: sindaco superstar, startupper, twitterista, rottamatore, neo trombato possibile premier.

“Da Crotone?”, replica al bimbo.

“Ma tu sei quello che andava su Raidue da Paragone? Alla mamma facevi cagare, preferiva Messora”

Orde di bambini inermi, fiumane di zainetti, berretti a perdita d'occhio, stampedi di panini che salgono per la cima di Perugia e si riversano al Brufani in attesa del leader del futuro, quello che darà a tutti loro una startup da avviare.

- Digressione: Cosa cazzo è una startup? Sarebbe un impresa che anziché un capitale nun c'ha una lira per rimanere sul pezzo.

“Analizzando la tendenza degli hashtag su twitter abbiamo calcolato che in tutto 100mila bimbi e 30 relativi insegnanti sono arrivati a Perugia per assistere al panel di Matteo Renzi con Beppe Severgnini”, dice la presidentessa del Festival, Arianna Ciccone.

Ora, c'è un problema che solo gli esperti del settore conoscono: i giornalisti hanno paura dei bambini. I motivi sono vari, e rimandano a pratiche antiche e abitudini consolidate, ma sono in molti a credere che se fossero i bambini ad intervistare i politici l'informazione in Italia ne avrebbe a guadagnare.

“Berlusconi, perché stai con una che sembra tua nipote? Perché ha tutto quel rossetto in faccia?”

“Bersani, perché babbo che lavora alla Fiat l'altro giorno quando che eri a Ballarò ha tirato la scarpa alla televisione? Che poi ha litigato con la mamma perché l'hanno licenziata dal lavoro all'assessorato del Pd perché è incinta?”

“Grillo, mi racconti una storia prima di andare a dormire?”

La tensione diventa altissima, con i giornalisti da una parte e i bambini da un'altra che si guardano in cagnesco. Filippo Facci prova ad allontanarli gridando: “Sciò, sciò”, ma l'unico risultato è richiamare l'attenzione di Parenzo: “Mi hai chiamato?”.

Poi arriva la notizia: Matteo Renzi non verrà. Il sindaco con la riga a un lato non fornisce spiegazioni, il panel viene annullato, i giornalisti esultano, i bambini cominciano a piangere.

“Perché non viene Matteooooo bhuaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”

“Signora Maestra ma Matteo Renzi esiste davvero come Babbo Natale? E il camper ce l'ha?”

“Cojone cojone stronzooh!!”, lamenta una bimba con le trecce e la salopette.

Nel frattempo, dall'altra parte del Festival, Concita de Gregorio spiegava a Maurizio Landini di quando da direttrice de L'Unità ha dovuto mandare a casa i giornalisti più giovani. Comunque la metti se hai a che fare col giornalismo, più sei giovane più te la prendi in.

di Michele Azzu