Messico: la sanguinosa guerra tra stato e cartelli della droga

I cartelli messicani della droga e la loro relazione con la 'ndrangheta è stato il tema del panel che ha visto protagonisti la giornalista Lucia Capuzzi, il fotoreporter Edu Ponces e lo scrittore Andrea Riscassi.

"Forse non molti sanno che la 'ndrangheta è il broker della cocaina: decide prezzi, quantità e zone nelle quali vendere", così ha esordito la Capuzzi spiegando alla platea la connessione tra i cartelli messicani e il mercato della penisola italiana. La cocaina, secondo la giornalista, avrebbe due colori: rosso sangue nei paesi del centro e sud America, dove a causa del narcotraffico ogni anno perdono la vita circa 15 mila persone, e bianca in Europa dove viene consumata da compratori che, ignari, alimentano la violenza e lo strangolamento dell'economia.

La serata è stata arricchita dai due fotoreportage dell'ispanico Edu Ponces che, con l'associazione no-profit Ruido (Rumore, ndr), ha raccolto scene di violenza, di disperazione e lutto. Con la forza delle immagini, Ponces ha mostrato come nelle zone del Centro America alcuni tristi particolari della vita siano diventati ormai normalità.

Anche i dati sono rappresentativi: l'80% della cocaina che arriva negli Stati Uniti passa per il Centro America e in Messico il 98% degli omicidi resta impunito.

Di fronte a questi numeri non sono certo gli arresti dei più importanti capi dei cartelli a risolvere il problema perché, come fa notare la cronista di Avvenire, la piaga piu grande è la corruzione.

Giovanni Giaccio

Carlo Valentino