Migranti, la storia di chi fa la differenza

Con Pietro Bartolo (medico di Lampedusa), Andrea Costa (Baobab Experience), Marina Petrillo (giornalista e scrittrice), Giulio Piscitelli (fotogiornalista), Carlotta Saimi (portavoce UNHCR per il Sud Europa), Steve Scherer (Reuters), Benedetta Tobagi (giornalista e scrittrice)

Il racconto del fenomeno dei migranti è stato oggetto del dibattito tenutosi in Sala dei Notari nel corso della seconda giornata del Festival Internazionale del Giornalismo 2017. Al dibattito sono intervenuti esponenti del mondo del giornalismo, della cultura e del volontariato, per aver avuto esperienza diretta del racconto del fenomeno dell’immigrazione in Europa.
Tra i primi intervenuti Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, in prima linea nel soccorso ai migranti che raggiungono l’isola, che ha descritto la realtà delle migrazioni verso l’Italia riportando storie di persone, racconti di morte e disperazione. Nel corso della discussione tutti i relatori sono stati concordi nel ritenere che il racconto dell’immigrazione ha bisogno di personalizzazione, di un ritorno alle storie dei singoli, emancipandosi dal racconto che fa degli immigrati dei freddi numeri, rendendolo impersonale e distante.
Fin quando non cambierà il modo di raccontare le migrazioni, non sarà facile veicolare il racconto della verità e spiegare la vera natura dell’immigrazione, che non è fatta di invasione ed emergenza sicurezza, bensì di un fenomeno di dimensioni ben più ristrette che richiederebbe accoglienza oggi, per evitare si inneschino dinamiche di più complessa risoluzione domani. In Italia l’accoglienza è già una realtà, per tradizione e cultura; la sfida di oggi è l’integrazione, come osservato da Carlotta Saimi. Dell’integrazione dovrebbero farsi carico gli ordinamenti nazionali ed europei, attivando i canali legali già esistenti e rendendoli efficaci.
Di inclusione ha trattato anche Benedetta Tobagi, alla luce della sua esperienza, maturata osservando il mondo dell’istruzione italiana costellato di piccole realtà che hanno saputo integrare attraverso la didattica, evitando in tal modo che la mancata integrazione potesse tramutarsi in un problema di sicurezza o di welfare.
L’Italia, hanno concordato i relatori, ha certamente saputo fare la differenza in materia di immigrazione; come nel caso dell’operazione Mare Nostrum, che ha salvato numerose vite o attraverso le ONG, che hanno spesso sopperito alle lacune dell’Italia e degli altri Stati europei.

Leonardo Vaccaro