Si è svolta oggi, mercoledì 5 aprile, presso il centro servizi "G. Alessi" alle ore 17, la presentazione di "Nessuno può fermarmi", il nuovo romanzo di Caterina Soffici edito da Feltrinelli. Insieme al direttore di Rai radio 3 Marino Sinibaldi, la giornalista e scrittrice fiorentina, residente a Londra da alcuni anni, ha parlato del suo ultimo lavoro, che prende spunto da un tragico fatto di cronaca: il naufragio dell'Arandora Star al largo delle coste inglesi, una nave che trasportava prigionieri italiani dall'Inghilterra al Canada, affondata dalla marina tedesca il 2 luglio 1940. "Il libro racconta un enorme fatto storico quasi completamente sconosciuto in Italia - ha detto Sinibaldi - ed è quello della tragedia dell'Andora Star, dove persero la vita circa 460 italiani emigrati in Inghilterra". Il romanzo racconta non solo il naufragio, ma anche la migrazione italiana nel Regno Unito e ricostruisce la comunità italiana a Londra negli anni 30 dove si muovono i protagonisti. L'autrice ha parlato dell'esigenza di raccontare un fatto di cronaca così tragico e purtroppo dimenticato, intrecciandolo con elementi romanzeschi e personaggi di fantasia. "Ci ho lavorato per più di un anno - racconta Soffici - e il libro è tutto un gioco tra finzione e realtà". Una realtà, quella degli emigrati italiani a Londra durante il fascismo, che ha molti punti di contatto con la situazione geopolitica europea odierna. Non sono mancati, infatti, spunti di riflessione sulle condizioni dei migranti e sui temi, molto attuali, della tolleranza e della xenofobia. "Ho voluto far vedere, nel mio romanzo, come si evolve la costruzione del nemico - continua Soffici - parlando di immigrazione e della paura del diverso, più che di guerra". Il direttore di Rai radio 3 ha sottolineato come Caterina Soffici abbia svolto un'accurata ricerca storica, mostrandoci come si costruiva, soprattuto nei giornali, il nemico italiano nell'Inghilterra dei quegli anni. Alla domanda "perché in Italia nessuno conosce questa tragica vicenda", l'autrice ha risposto: "Erano i morti di nessuno. Soltanto dieci cadaveri sono tornati sulle coste inglesi con un nome. Gli altri, più di 400, venivano chiamati 'italiani venuti dal mare', e non sono stati riconosciuti perché essendo civili non avevano segni di riconoscimento". "Nessuno può fermarmi" non è solo un romanzo, nonostante abbia movenze ed espedienti prettamente romanzeschi (come per esempio il ritrovamento di una lettera all'inizio), ma qualcosa di più. "È un racconto che riguarda anche la nostra storia - conclude Sinibaldi - aperto a diverse letture, ma la più importante e tristemente attuale resta quella dell'immigrazione".
Nicola Brandini