È efficace, vera e unica la rete di rapporti web che si è sviluppata e consolidata on line fra donne: questo quanto emerso nell’incontro Net feminism. Donne rete e informazione a cui hanno partecipato Serena Danna, giornalista del Corriere della Sera, Raffaella Menechini de la Repubblica, Marina Petrillo di Radio Popolare e Barbara Sgarzi giornalista web.
La forza di una rete tutta rosa, dove per rosa non si intende frivola e disimpegnata, sta nel fatto che, come sostiene Marina Petrillo, ancor prima dell’avvento di internet, social network e piattaforme digitali, le donne siano riuscite a tessere tra loro una rete di rapporti che hanno incentivato e facilitato l’instaurarsi di rapporti on line. La capacità tutta femminile di creare una conversazione multimediale aperta fa si che si possa liberamente parlare di economia del dono e della condivisione, che è propria di chi mette in rete post e opinioni personali che vengono letti e quindi condivisi con altri utenti. La condivisione è una qualità delle donne, che riescono a sentirsi partecipi di storie e situazioni che non le coinvolgono personalmente, ma le toccano forse per spirito di solidarietà femminile.
Proprio dal coinvolgimento e dalla condivisione nasce il dialogo e la possibilità di sentirsi ancora giovani, come dice Raffaella Menichini, che ha vissuto sulla sua pelle il passaggio dell’informazione dal cartaceo al web, dimostrando come da un modo di fare giornalismo più strutturato e rigido si sia passati a un giornalismo versatile, veloce e allo stesso modo credibile. “il net feminism è una formula vincente – continua Menichini – perché ha un enorme potenziale trasversale, che cioè coinvolge donne di varia età e di varia estrazione sociale, ma tutte con la voglia di far sentire la propria voce in tempo reale". “La rete ha spalancato porte in cui sono entrate persone che non avevano voce”, dice Marina Petrillo, che su Twitter ha notato come donne che non possono votare perché vittime di una legislazione non paritaria del loro paese si confidano, si sfogano sui social network, ribadendo la forza che scaturisce dalla parola condivisa.
Attenzione a parlare però di donne e non girl, sottolinea Serena Danna, autrice di un recente articolo sul net feminism per il Corriere che si è fatta portavoce di un nuovo modo di intendere la donna, caratterizzato dal desiderio di affermarsi senza avere etichette cucite addosso. Sempre Danna spiega come internet non sia l’isola felice agognata negli anni Ottanta e Novanta, ma un mondo dove tutto può succedere, anche che le donne, soprattutto nel campo del giornalismo, riescano a farsi spazio, seppur con fatica e sacrificio, perché la donna sul web ha più chance di valorizzare la sua immagine. Concorde con quanto detto anche Barbara Sgarzi e la Petrillo, che conclude spiegando che oggi sono tante le immagini di una donna sul web, perché tante sono le voci in rete. Inoltre è solo delle donne e del poco numeroso ancora, mondo di uomini sul web con più spiccata sensibilità femminile, la capacità di creare il grande dal piccolo, cioè di dar vita a qualcosa di unico e importante anche con poche risorse, ma grazie ad un progetto pensato e carico d’emozione.
Siamo tutti dentro la stessa conversazione nel mondo di internet, solo che la voce delle donne risulta essere sempre più forte ed assordante. Che questo sia alla base di una “rivoluzione” del giornalismo dove a vincere incontrastata sarà il net feminism?
Elisabetta Scassellati