“Paris vaut bien une presse”: i modelli innovativi del giornalismo francese

Perugia, 19 aprile 2015 – Protagonista del panel discussion che si è svolto nella Sala del Dottorato del Chiostro di San Lorenzo è stato il giornalismo innovato francese. Ha introdotto gli speaker Andrea Paracchini, giornalista italiano che dal 2007 vive e lavora a Parigi. La necessità di parlare dei modelli innovativi del giornalismo francese nasce dal fatto che l’errore più comune commesso da chi oggi in Italia è in cerca di innovazione in ambito giornalistico, specie se digitale, è quello di far riferimento soprattutto ai media anglosassoni, con il rischio di finire per ignorare quello che accade molto più vicino a noi. Negli ultimi anni in Francia sono nati progetti molto originali, con modelli economici e organizzativi audaci e spesso di successo. Fra questi, La revue dessinée, Altermondes  e Mediapart.

A illustrare il primo, David Servenay, co-fondatore del trimestrale, che ha tentato di spiegare cosa significhi fare giornalismo attraverso i fumetti. Servenay ha spiegato come il giornalismo a fumetti sia il risultato della stratificazione di più elementi: al primo livello troviamo i disegni, naturalmente, spesso integrati da un testo (secondo livello). Al terzo livello stanno i dialoghi che si sviluppano da una vignetta all’altra; gli ultimi due livelli sono occupati dall’astrazione, dall’immaginazione e dalla poesia, elementi tutt’altro che trascurabili.

In rappresentanza di Altermondes, trimestrale francese caratterizzato da una struttura partecipativa, è intervenuto David Eloy, co-fondatore della rivista, che si è soffermato a lungo ad analizzare il paradosso in base al quale è più semplice, per le piccole testate, rispettare la propria linea editoriale, dovendo tener conto delle aspettative di un numero limitato di subscribers.

Per Mediapart, sito francese di giornalismo investigativo indipendente e privo di pubblicità, ha parlato Mathieu Magnaudeix, con una piccola variazione sul programma ufficiale, che aveva invece annunciato la presenza del fondatore, Edwy Plenel.

Una curiosità: la copertina del primo numero di La Revue Dessinée è stata disegnata dal fumettista italiano Gipi.

Federica Meloni Cecconi