Pianeta rovente. Comunicare il cambiamento climatico oltre il catastrofismo

Alle ore 10.00 del giorno 1 maggio, nella Sala dei Notari, si è svolto l'incontro con Luca Mercalli, Simonetta Lombardo, Stefano Cesarini del politecnico di Milano, Alex Sorokin, presidente InterEnergy. L'incontro, a cura di Federazione italiana media ambientali (FIMA), ha messo in evidenza la necessità di responsabilizzare il pubblico dei lettori a un giornalismo critico, soprattutto quello riguardante le tematiche ambientali. Molto spesso, infatti, il giornalismo italiano e straniero punta più sulla estremizzazione e drammatizzazione, cerca il complotto, costruisce una fiction, un racconto controcorrente che crei stupore sul tema dei cambiamenti climatici.

Si è messa in evidenza una certa difficoltà nel parlare di temi complessi: Stefano Caserini ha fatto notare che molti giornalisti tendono a confondere il tempo con il clima e che, soprattutto su temi come il riscaldamento globale, di solito si fornisce sempre un'informazione che fa fatica a distinguersi dal pettegolezzo. Molte volte non è solo un problema di comunicazione sbagliata, ma ci sono anche molte altre ragioni che riguardano le scienze sociali e che hanno messo in evidenza negli ultimi anni una vera e propria superficialità del giornalismo di questi anni.

Alex Sorokin ha parlato dei cambiamenti climatici citando in modo significativo The Age of Stupid, il film documentario di Franny Armstrong che pone a tutti noi una questione cruciale: "Perché non abbiamo fermato il riscaldamento globale quando ne avevamo l'opportunità?". A nuocere ulteriormente è lo scontro tra politica e scienza, tra scienziati e giornalisti che non fa altro che far implodere su se stesso ogni possibile e fruttuoso dibattito. A questo si aggiunge la posizione dei negazionisti che mette in discussione una dura verità: il cambiamento climatico esiste ed è provocato da noi umani. A tal proposito la giornalista Simonetta Lombardo ha citato Hannah Arendt: “Quel che le masse si rifiutano di riconoscere è la casualità che pervade tutta la realtà. Esse sono predisposte a tutte le ideologie perché spiegano i fatti come semplici esempi di determinate leggi ed eliminano le coincidenze (...)”

La scienza e la ricerca è unanime nel considerare questo problema una realtà: l'unione europea è convinta della gravità della situazione. Abbiamo i mezzi per risolvere il problema, ma non li stiamo usando. Il mondo del business, delle imprese e, in generale, del lavoro è diviso tra i vecchi dinosauri fossili e una nuova economia che è iniziata a crescere in questi anni, quella del solare e del fotovoltaico, meglio nota come green economy.

La seconda parte dell'evento ha visto come protagonisti: Veronica Caciagli, presidente Italian Climate Network; Roberto Cavallo, presidente ERICA; Luca Conti; Roberto Giovannini de La Stampa; Marco Gisotti e Mario Salomone direttore di Eco.

L'informazione  gioca un ruolo fondamentale dato che “non importa solo cosa pensano le persone ma anche come pensano le persone”. È importante, quindi, mettere in atto una vera e propria demistificazione che sfati tutti i miti e le bufale sul clima. È necessario fare rete e soprattutto pressione sui governi affinché agiscano in maniera efficace su questioni che ancora oggi sono irrisolte. Il rischio zero non esiste, bisogna ricercare il dialogo, mettere in atto interventi sul territorio, studiare e rispettare l'ambiente in cui si vive.

Silvana Farina