Questa mattina, venerdì 8 aprile alle ore 10:15, presso il Centro Servizi G. Alessi si è tenuto il panel dedicato ai podcast, le trasmissioni radio diffuse via internet. Protagonisti del talk sono stati Gaia Manco (giornalista freelance), Francesco Baschieri (fondatore e CEO di Spreaker), Alessia Cerantola (co-fondatrice IRPI), Barbara Schiavulli (giornalista e scrittrice) e Borja Rojano (CEO di Tapewrite).
Gaia Manco esordisce affermando che in questo momento su iTunes ci sono 250 mila podcast in 100 lingue e nonostante siano nati più di 10 anni fa sono ancora uno strumento in via di definizione.
“Il progetto (Tapewrite, ndr) di cui mi occupo è una vera e propria rete sociale dove vengono prodotti e pubblicati audio.” dichiara Borja Rojano. “Una caratteristica dei nostri podcast è il fatto che sia possibile aggiungere dei contenuti extra, quali ad esempio delle note, in un determinato momento. Internet ha portato tantissima innovazione ma, purtroppo, non i soldi e di conseguenza monetizzare il contenuto audio diventa impossibile”. Un esempio ne è RadioBullets, una vera e propria identità virtuale che fa giornalismo di cui Gaia Manco, Alessia Cerantola e Barbara Schiavulli fanno parte: il loro lavoro ed i podcast che vengono trasmessi sono frutto “della volontà e delle sveglie alle 5:30 del mattino - affermano Alessia Cerantola e Barbara Schiavulli – infatti, adesso puntiamo a dei tentativi di sponsorizzazioni e partnership e creare la nostra community”.
A proposito di monetizzazione Francesco Baschieri, il fondatore di Spreaker, una piattaforma made in Italy che consente ai suoi utenti di creare online uno show radiofonico combinato con l’interazione tipica dei social network, afferma che “noi ci occupiamo di tecnologia e la nostra idea è che noi dobbiamo essere in grado di implementare tutti i possibili modelli di monetizzazione dei podcast e far diventare la pubblicità accessibile solo a quegli utenti che hanno un numero maggiore di download.”
Ma come si fa un podcast? È molto semplice e si inizia con i mezzi che si hanno a disposizione: banalmente sono sufficienti uno smartphone ed un microfono, come dimostra Alessia Cerantola. Con dei software gratuiti per il montaggio degli audio si può facilmente unire i file audio ed editarli tra loro e, successivamente, caricarli nelle piattaforme online come Spreaker. “Un podcast di 10 puntate dedicato al Content Marketing o al Digital Marketing è dato da un insieme di post che fra un anno saranno probabilmente ancora attuali – continua il CEO di Spreaker – a differenza di uno relativo a notizie sportive o di attualità.”
Facendo riferimento al titolo del panel esiste pertanto la reale possibilità che i podcast possano diventare un nuovo mezzo di comunicazione e questo perché sono uno strumento molto potente. E affinché questo possa verificarsi i feedback delle persone sono importanti.
Martina Parisi