Libertà di stampa: come garantire e proteggere il lavoro dei giornalisti in esilio

I giornalisti sono fra i soggetti più esposti all’eventualità dell'esilio: sono infatti il bersaglio numero uno delle dittature e dei regimi antidemocratici in tutto il mondo, sempre vittime di arresti arbitrari, intimidazioni, torture ed esecuzioni. L’esilio è spesso l’unica via per salvare la propria vita nonché quella dei familiari. Riuniti recentemente a Bristol, in Gran Bretagna, i giornalisti esiliati di tutta Europa hanno riconosciuto all'unanimità un fatto: è molto difficile continuare a esercitare il mestiere, trovando lavoro nei media del paese ospitante. Tra i problemi che si trovano ad affrontare: la conoscenza dell’ambiente socio-politico, la mancanza di contatti, la sottovalutazione delle loro competenze, e la disoccupazione. Sono costretti a pianificare da soli la dura lotta per la sopravvivenza, per il riconoscimento da parte delle autorità del loro status di rifugiati politici, e per l’ integrazione sociale.

In Italia i giornalisti rifugiati finiscono nel migliore dei casi a lavorare come badanti, operai addetti al volantinaggio; altrimenti restano nel limbo dei centri di prima accoglienza senza un lavoro e senza la possibilità di reinserimento sociale e professionale. Eppure in altri paesi l'esperienza di alcuni giornalisti in esilio è piuttosto incoraggiante e dimostra che investire e scommettere su di loro è un investimento utile per l’immigrazione. In Gran Bretagna c'è l'esempio del sudafricano Lionel Morrison: fuggito dal suo paese, al culmine dell'apartheid, è arrivato a occupare la prestigiosa carica di presidente dell'Unione Nazionale dei Giornalisti di Gran Bretagna e Irlanda. Molti altri casi dimostrano che dove c'è una volontà c'è via di successo.

Proponiamo testimonianze di giornalisti di vari continenti, tutti colpevoli di aver difeso il diritto della società all’informazione, e che oggi vivono in Italia con lo status di rifugiato politico. Modera l'ex Ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli, oggi direttore responsabile della webtv Lookout, dedicata alle relazioni tra italiani e stranieri.