Quando il fact checking si fa verità, oltre le fake news

Decisamente interessante e molto attuale il convegno sul fact checking ieri ed oggi,  andato di scena il 7 aprile nella sala de Dottorato.
Lucas Graves della scuola del Giornalismo dell’Università del Winsconsin assieme Phoebe Arnold (Full Fact), Alexios Manzarlis (the Pointer Institute) e Giovanni Zagni di Pagella Politica, hanno affrontato nell’ora a loro disposizione una panel discussion interente il fact-checking a iniziare dalla sua storia, negli ’70 con il caso per poi proseguire con la Presidenza Reagan fino ai giorni nostri, agli anni del digitale caratterizzati, in particolar modo l’ultimo anno passato, da eventi di cambiamento positivi o negativi che in ambito politico e sociale.
Il fact-checker da sempre portato alla verità contro la disinformazione e le falsità informative è stato attivo in particolar modo in situazioni quali l’elezione americana di Trump, la Brexit e il Referendum Costituzionale dello scorso 4 dicembre.
Cerchiamo sempre di comprendere quanto accaduto nel mondo nel 2016. Ci si chiede sempre cosa i fact checker devono fare per adeguarsi al contesto in cui ci dobbiamo operare.
Non solo singole persone ma anche i Social come Facebook, in termini di fake news, hanno chiesto il controllo e l’aiuto di terze parti.
Ciò che nasce all’interno del convegno è che i politici hanno sempre rifiutato e rifiutano, chi più chi meno in giro per il mondo, i fact-checking che vanno, in modo giustificato, contro le relazioni infondate dei politici.
Hanno fatto di tutto di equilibrare il fact-checking anche quando si dimostrava la falsità delle dichiarazioni politiche.
Il fact-checking che ha avuto la sua età aurea in ultimo con Trump, lo possiamo intendere differente rispetto a quello europeo poiché formato da singole persone o semplici ONG o  gruppi che non hanno un ruolo così attivo nel guidare il tema del fact checking.
“La speranza finale è che tra cinque, dieci anni molte agenzie investiranno nel fact checking all’interno di una nuova sfida per queste azioni di  verità al fine di arrivare al mainstream, arrivare alle persone in modo da far diventare virale le nostre risposte su determinate discussioni affrontate dallo stesso fact-chenking”, la chiosa finale di Giovanni Zagni

Marcello Mastino