6 Aprile 2016, Sala dei Notari - "La basilica di San Pietro è unica al mondo, perchè è un cuore pulsante che esiste da 2000 anni e racchiude in sè storia, arte e umanità delle ultime sessanta generazioni ci hanno preceduto". Così ha esordito Alberto Angela in una sala dei Notari gremita di gente venuta per ascoltarlo.
Ѐ stata un'ora in cui è riuscito a ripercorrere due mila anni di storia della basilica più famosa al mondo, raccontandone la nascita e l'evoluzione.
Le fondamenta della basilica di San Pietro affondano le radici nell'epoca neroniana, più precisamente, in un circo all'interno di una delle tante proprietà della famiglia dell'imperatore Nerone.
Nel 64 ac., dopo il famoso incendio di Roma, il circo diviene luogo di numerosi martiri, dove trovarono la morte molti cristiani, tra cui San Pietro. Il suo corpo fu sepolto dai suoi confratelli nel cortile del circo, nel quale furono eretti dopo cent'anni un'edicola ed un muro. Quello che oggi si ritiene essere lo scheletro del Santo fu rinvenuto solo dopo numerosi scavi.
Sotto l'imperatore Costantino, la basilica inizia a prendere forma, diventando una piazza coperta, sopra la tomba di Pietro è stato poi posto un altare durante il pontificato di Gregorio Magno.
Passato il periodo Avignonese (1300-1378) e con il ritorno del papato a Roma, la basilica viene ristrutturata ed ampliata. Da questo momento in poi, San Pietro si trasforma in un cantiere aperto, nel quale diversi artisti, come Bramante, Raffaello e Antonio da San Gallo, lavorarono senza mai riuscire ad ultimarlo.
Ѐ Michelangelo che completa l'opera, realizzando la cupola divenuta poi uno dei simboli più conosciuti al mondo. Gli interni invece sono stati realizzati perlopiù dal Bernini, creatore del baldacchino e di altre opere monumentali.
"Oggi- come ha dichiarato Alberto Angela a fine incontro- la basilica di San Pietro è allo stesso tempo, la capitale della fede, un grande museo visitato ogni giorno da venti mila persone accolte dall'enorme abbraccio creato dal colonnato e dalle sue 140 statue".
Elsa Pasqual
Noemi Distefano