Perugia, 30/04/2014
Nella giornata del 30 Aprile, il Palazzo dei Priori di Perugia ha ospitato esponenti del mondo dell’istruzione e del giornalismo, uniti per discutere sul tema dei giovani e della capacità dei media di raccontare le loro storie e la loro evoluzione attraverso i molteplici sistemi di comunicazione.
La conferenza trae spunto dall’ultimo libro di Michele Serra “Gli sdraiati” (edito da Feltrinelli, 108 p.), da cui emerge una generazione che vive nella velocità e nell’immediatezza dell’informazione, scontrandosi con il mondo più lento e arrancante degli adulti, spesso in difficoltà quando arriva il momento di capirli e di raccontarli. Nel dibattito moderato da Federico Taddia (L’Altra Europa Radio 24), i ragazzi presenti hanno esternato le criticità insite nel settore dei media, che alle vicende quotidiane aderenti alla realtà preferisce soffermarsi sul sensazionalismo della droga o del bullismo nelle scuole, in grado di conquistare le prime pagine o di aumentare i livelli di audience. Nicola Paciotti (rappresentante d’Istituto del Liceo “Galileo Galilei” di Perugia), non si riconosce nell’immagine costruita dalla stampa e dalla televisione, e con maturità sorprendente parla di sé e dei suoi coetanei, descrivendo quell’immagine come “il frutto di stereotipi, che non rispecchiano affatto la mia generazione: oltre ai fenomeni mediatici c’è molto di più”. Tra le reti televisive che dal duemila hanno maggiormente investito in una tv per i giovani, spiccano i servizi proposti sotto la direzione di Francesca Ulivi ( MTV news). Proprio dal suo desiderio di raccontare “una generazione a questa stessa generazione”, ha creato con la redazione di MTV il reportage “Meglio flessibili che disoccupati”, nato con l’obiettivo di mettere in luce storie ricercate sul territorio di volta in volta, ordinarie, che messe insieme però offrono uno spaccato straordinario di giovani tutt’altro che “sdraiati”, pronti a rimboccarsi le maniche pur di seguire le proprie ambizioni.
Lo stesso Lirio Abbate (L’Espresso), ha confessato di guardare spesso il canale, in quanto capace di fotografare davvero i problemi e le esigenze dei ragazzi dai quindici ai trent’anni, mantenendone l’autenticità. Sulla veridicità dei contenuti, infatti, i giovani si mostrano selettivi: sulla base delle ricerche condotte da Lella Mazzoli (Università di Urbino), l’88% ottiene le prime informazioni mediante il mobile, preoccupandosi però di verificare successivamente la corrispondenza al vero di quanto trovato sul web. “I ragazzi sono più attenti di quanto immaginiamo - dichiara l’esperta in comunicazione- e trovano spesso le notizie fin troppo schierate”. Muovere le notizie fornite dalla televisione alla velocità dell’attuale generazione non sembrerebbe possibile secondo Mauro Casciari (Le Iene Italia 1), specie rispetto ai programmi pay per view i quali, se registrati, possono essere disponibili anche in video on demand. Il segreto del format delle Iene? Rivolgersi ad un pubblico ad ampio raggio, comprensivo dei giovani ma anche delle famiglie, raccontando storie in modo nuovo e diversificato, nonostante i temi inediti e sempre un passo avanti forniti da internet. Ma soprattutto, quando si parla di giovani, è necessario “mettersi alla loro altezza: bisogna piegare le ginocchia affinché si possa capire chi sono davvero”.
Jessica Cimino