Sicurezza digitale: come insegnarla al meglio ai giornalisti

Quando si parla di sicurezza digitale, il più delle volte si pensa alla navigazione sicura in internet. Proprio di questo ha parlato Steffen Leidel, della Deutsche Welle Akademie, nel corso della presentazione tenutasi presso la Sala Perugino dell'Hotel Brufani, prendendo come spunto il caso Snowden. Molti giornalisti sono consapevoli dei rischi che si corrono, ma sono comunque poco informati sull'argomento. Con un semplice programma per pc, gli hacker possono riuscire ad accedere, tramite rete wireless, a qualunque computer si connetta a questa rete, tenendo sotto controllo tutte le pagine visitate e potendo potenzialmente carpire dati sensibili. Lo Spiegel, ha rivelato il toolbox utilizzato dall'Nsa (National Security Agency), che teneva sotto controllo un gran numero di pc. L'agenzia per la sicurezza nazionale utilizzava un dispositivo hardware costituito da una normalissima presa usb con all'interno un piccolo chip, utilizzato per monitorizzare il computer, inviandogli gli spyware necessari a tenerlo sotto controllo. Ovviamente, il rischio maggiore in questi casi è il furto di dati sensibili, come per esempio i codici delle carte di credito. Molti rischi si celano dietro le app di Google Play Store, che hanno dei malware che possono memorizzare dati sensibili e utilizzarli per altri fini. Registrazione delle conversazioni telefoniche, furti di dati personali o scaricare altri malware: questi i rischi che l'internauta corre a sua insaputa. Vendere dati personali è diventato un business enorme, ed esistono aziende specializzate in questo. È sufficiente un iPhone per essere tenuti sotto controllo anche tramite gps. Dati simili vengono raccolti e mandati alla Apple per fornire, ad esempio, una lista di esercizi commerciali in cui si possono trovare i prezzi migliori. Si sa però, che la Apple è tra le aziende maggiormente legate all'Nsa.

Valerio Lai