L'informazione economica, e non solo quella, è sempre più piena di numeri: grafici e tabelle popolano le pagine dei giornali e i servizi televisivi, per non parlare del web che rilancia e amplifica questa sequenza di cifre oltre a produrne in proprio. I numeri sembrano offrirsi come un contributo alla chiarezza e un antidoto alle chiacchiere, ma l'aumento dell'offerta non ha portato con sé maggiore qualità e comprensibilità per gli utenti, e ad aumentare spesso è solo la confusione; mentre la politica ci mette del suo non resistendo alla tentazione di brandire cifre e percentuali a proprio uso e consumo. Compito del giornalista dovrebbe essere quello di offrire al lettore qualche pista sicura in questa giungla: innanzitutto valutando e classificando le fonti di informazione quantitativa, poi trovando le forme più adeguate per mediare i dati, o anche fornire un accesso diretto ad essi.
Luca Cifoni Il Messaggero