STRUMENTI DIGITALI PER LA RACCONTA E LA VERIFICA DELLE INFORMAZIONI

SPEAKER: MATT COOKE (head of partnership & training Google News Lab)

Hotel Brufani – Sala Raffaello

Aiutare i giornalisti a fare il lavoro affinando le ricerche delle fonti e, soprattutto, effettuare il processo di verifica, si tratti di elementi testuali o anche di contenuti visivi (immagini e video). A illustrare gli strumenti, sabato 14 aprile nella sala Raffaello dell’Hotel Brufani, Matt Cooke (head of partnership & training Google News Lab).

MOTORE DI RICERCA DI GOOGLE

«Sostanzialmente i consigli principali sono tre e riguardano l’operazione di inserimento dei termini nel motore di ricerca. Se volete trovare una frase esatta, inseritela tra le virgolette. Fanno la differenza. Se invece dovete scrivere una notizia che magari è un aggiornamento su qualcosa già scritto in passato da altri, per escludere alcuni termini inserite il simbolo del meno davanti alla parola che non volete cercare. Anche più di una. Infine, se volete trovare documenti su un particolare sito dal motore di ricerca scrivete site:“indirizzo del sito” e file:”estensione del file”.

SITI DI RICERCA DI DATI ACCADEMICI: GOOGLE PUBLIC DATA E GOOGLE SCHOLAR

«Google Public Data è una libreria digitale per i ricercatori (google.com/publicdata), dove ci sono fonti rintracciabili con la ricerca di parole chiave. È uno strumento che verrà migliorato nel corso del tempo, per adesso è utile se si vogliono trovare le ultime ricerche caricate dagli utenti. Un altro strumento utile è Google Scholar (scholar.google.com), una libreria digitale per fonti accademiche e giurisprudenza.

IL PROCESSO DI VERIFICA DELLE IMMAGINI

Cooke ha indicato due strumenti. Il primo è Reverse Image di Google, che permette di risalire ai dati dell’immagine che si vuole verificare. «Anche perché se non la verifica il giornalista, lo farà il pubblico. La verifica dev’essere in cima alle priorità». C’è anche un altro tool, che si comporta allo stesso modo, ma non è di Google: si chiama TinEye.

IL PROCESSO DI VERIFICA DEI VIDEO SU YOUTUBE

Cooke ha spiegato come sia importante, oggi, verificare approfonditamente anche i video su YouTube (per esempio nel caso di immagini successive a un attentato). «La prima cosa da fare è l’analisi del contenuto tramite i filtri temporali. Poi si deve passare a verificare il canale, la credibilità e l’audience di chi ha caricato il video». Inoltre, un sito su cui si può verificare l’url della risorsa è YouTube Data Viewer. Su Chrome, invece, ci sono estensioni e widget come Frame by Frame for YouTube: strumento gratuito che consente di analizzare i singoli frame del video. Con RevEye Reverse Thumbnail Search, invece, potete analizzare le immagini tratte dal contenuto visuale. Magari servendovi anche di Geo Search Tool, che consente di trovare video caricati da una posizione geografica precisa. Accompagnandolo a Google Earth per riconoscere le strade».

HASHTAG E SITI

«Storyful Multisearch permette di digitare una parola chiave e vedere tutti gli hashtag che appaiono sulle piattaforme die social media. Picodash, invece, consente la ricerca via hashtag per i contenuti di Instagram. Who.is è un portale che illustra i dati di un sito mentre Archive.org/web dà la possibilità di vedere le evoluzioni e i contenuti di un sito attraverso la cache».

Cooke ha proseguito il workshop citando Suncalc.net: «Utilissimo per il giornalismo di inchiesta. Se ricevete una foto e volete essere sicuri di quando è stata scattata, la prima cosa da fare è capire da che luogo arriva. Una volta accertato, SunCalc vi permette di verificare l’immagine: in una data ora, in quel preciso posto, magari il sole stava già tramontando. Dall’ombra degli oggetti nella foto potrete capire se si tratti di uno scatto autentico ed effettuato proprio in quella precisa finestra temporale».

Su FirstDraftNews.org è possibile leggere le migliori pratiche di verifica, vere e proprie guide giornalistiche/deontologiche.

Simone Vazzana