Sulla memoria: il dolore pazzo dell’amore e intanto anche dicembre è passato

16:00 - Sala Raffaello Hotel Brufani

È cominciato alle 16:00 e terminato alle 17:30 l’incontro tra Fulvio Abbate e Pietrangelo Buttafuoco. Più che parlare di memoria e presentare il volume di Buttafuoco “Il dolore pazzo dell’amore”, come era in programma, i due scrittori hanno dialogato creando una serie di digressioni che spaziavano dalla politica alla letteratura, dal giornalismo al teatro e a racconti ironici. Abbate e Buttafuoco hanno raccontato di essere stati invitati al festival per il terzo anno consecutivo, e hanno manifestato la loro gratitudine. Hanno dialogato e continuamente accolto le domande del pubblico. Proprio grazie ad alcune domande del pubblico, i due hanno  raccontato diversi aneddoti, molti dei quali hanno avuto come sfondo la Sicilia e come protagonisti i siciliani che, come ha detto Buttafuoco, immaginano sempre che ci sia «una gigantesca mano che prenda il possesso dell’isola, che faccia cadere gli abitanti in mare e poi la rimetta a posto lì dov’era». Ha poi continuato con ironia sul tema dei giornalisti che ha paragonato a cabine telefoniche piantate nelle città e che non usa più nessuno. Abbate ha poi aggiunto, citando Brecht «le fatiche dei monti stanno dietro di noi, davanti a noi stanno le fatiche delle pianure», volendo alludere alla fatica che questo mestiere comporta.

Una domanda del pubblico ha poi sollecitato Abbate a raccontare un aneddoto su Carmelo Bene del quale ha ricordato la frase che, pronunciata in un programma televisivo, destò scalpore: «la democrazia garantisce l’invivibilità della vita», aggiungendo subito dopo, proprio per esaltare il genio di Bene che «l’Italia quando ha pensato lo ha fatto sempre pensando al sud: Bruno, Campanella e Croce». Qui ha poi continuato Buttafuoco raccontando un aneddoto che riguardava uno spettacolo che Bene ha tenuto a Catania: “e mi presero gli occhi”. L’insistenza è stata, quindi, sulla necessità dello spirito critico e sulla fatica che il genio, la creatività e la fantasia richiedono, ma di cui l’Italia è carente. I due hanno chiuso la loro presentazione-digressione, ricordando Walter Chiari.

Federica Papapietro

@FedePapapietro