Tiranni, terroristi, interventi stranieri: il triangolo maledetto

“Per comprendere ciò che accade oggi in Siria è necessario fare un passo indietro”. Si è aperto così il talk con Iyad El-Baghdadi, attivista per i diritti umani e profondo conoscitore del mondo arabo, questa mattina a Perugia nell'ambito del Festival Internazionale del Giornalismo.
La splendida Sala dei Notari ha ospitato la discussione, moderata da Barbara Serra, giornalista televisiva e corrispondente di Al Jazeera English. “Una cornice forse in contrasto con il tema che stiamo per trattare”, ha confessato El-Baghdadi, facendo riferimento ai tanti amici incontrati nell'occasione e come lui testimoni di una situazione sempre più drammatica.
“Siamo al centro di un triangolo vizioso, ai cui vertici si pongono tirannia, terrorismo e interventi stranieri. Tre elementi che traggono forza l’uno dall'altro, alimentandosi reciprocamente”, ha spiegato El-Baghdadi, specificando che le origini di questa situazione risalgono alla fine degli anni Novanta. Secondo l’attivista, la Primavera Araba ha segnato da questo punto di vista un profondo momento di cambiamento, con il rifiuto da parte del mondo arabo di questo impianto. Tuttavia, eventi tragici come il massacro di Rabat e l’attacco con armi chimiche in Siria hanno determinato un deciso passo indietro, ripristinando un clima di violenza.
Per illustrare alla platea presente questo passaggio, El-Baghdadi ha ripreso alcuni tweet scritti nel 2013 in cui, tra l’altro, si esprimeva a proposito dell’Egitto prevedendo alcuni dei suoi problemi attuali. “Divisione del paese, allontanamento dei fratelli musulmani, attacco a minoranze cristiane, approvvigionamento di armi dalla Russia: era tutto prevedibile. Tuttavia - ha spiegato l’attivista - la spirale virtuosa attivata dalla Primavera Araba è in qualche modo sopravvissuta, tanto da far si che il triangolo maledetto non sia più stabile come prima”.
El-Baghdadi ha illustrato poi quelli che per lui sono i tre indicatori chiave di una possibile risoluzione del triangolo: “I regimi hanno perso la loro antica stabilità, come testimonia il probabile esaurimento di fondi da parte dell’Arabia Saudita entro i prossimi 5 anni. L’Isis non è sostenibile oltre lo stesso periodo. I giovani arabi, inoltre, sono molto lontani dalla radicalizzazione che spesso gli viene attribuita”. A questo proposito, l’attivista ha citato alcuni dati molto significativi, tra cui il tasso di alfabetizzazione nell'area, pari al 93% per i minori di 25 anni.
“Stiamo assistenza a una separazione netta tra governi e sfera pubblica, sempre più spostata su canali alternativi, principalmente online. Qui si sta compiendo una nuova rivoluzione culturale. Il messaggio che voglio lanciare - ha concluso poi El-Baghdadi - è di non credere nei regimi arabi, ma nella società araba, tra le più promettenti e dinamiche al mondo”.

Annalisa Masi