con Laura Silvia Battaglia (giornalista freelance), Dino Giarrusso (Le Iene Italia 1), Christine Monaghan (Watchlist.org, via Skype), Michele Trainiti (Medici Senza Frontiere)
Nel pomeriggio di venerdì 7 aprile, nella Sala delle Colonne di Palazzo Graziani, si è svolto il panel intitolato Yemen, il costo umano di una guerra dimenticata, organizzato dal Festival Internazionale del Giornalismo 2017, in collaborazione con Medici Senza Frontiere.
Al centro della discussione la situazione attuale dello Yemen, dilaniato da una guerra ignorata dalla gran parte dei media italiani. I relatori hanno raccontato le proprie esperienze legate allo Yemen, descrivendo l’emergenza in cui versa il Paese.
A Ta’izz si è concentrata l’opera di Medici Senza Frontiere, attraverso l’ospedale realizzato al di fuori dell’enclave per servire la popolazione rurale, rimasta senza assistenza sanitaria. Gli episodi, le storie narrate da Michele Trainiti hanno riportato con efficacia la disperazione degli yemeniti, lo stato di totale abbandono delle città e la violenza dei bombardamenti diretti a colpire persino obbiettivi civili, quali scuole ed ospedali. La responsabilità della situazione yemenita è, in parte, addebitabile allo Stato italiano, come dichiarato da Dino Giarrusso, in quanto l’Italia rifornisce di bombe la coalizione saudita, autrice di raid in Yemen. Le prove di questo legame con l’Italia sono state raccolte dal giornalista de Le Iene, mediante l’identificazione di ordigni inesplosi di matrice italiana. Come documentato da Giarrusso nei servizi realizzati per Le Iene, la vendita di queste armi ai Paesi che violano i diritti umani è vietata dall’ordinamento italiano, salvo non intervenga una deliberazione collettiva di Camera e Senato in tal senso che, ad oggi, il Parlamento italiano non ha ancora approvato.
Un altro aspetto sorprendente legato al nostro Paese è il disinteresse manifestato dai media sul conflitto in Yemen; tanto più in considerazione del coinvolgimento, seppur indiretto, dello Stato italiano nelle operazioni belliche. I relatori, grazie all’ulteriore contributo via Skype di Christine Monaghan, hanno potuto interrogarsi su quanto si possa fare per portare alla luce la criticità della condizione umanitaria in Yemen. A tal proposito, Watchlist.org mira a sollecitare le Nazioni Unite ad adottare una risoluzione che tuteli le vittime della guerra e protegga le postazioni ospedaliere.
In definitiva, la discussione ha fornito un importante elemento di sensibilizzazione nei riguardi dell’informazione del nostro Paese; invitando a smuovere le coscienze su un dramma di proporzioni ingenti che il mondo pare aver dimenticato.
Leonardo Vaccaro