Alter ego

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L'altro visto e raccontato dai media, tra distorsioni, paternalismo tardocoloniale, semplificazioni, strumentalizzazioni politiche, paure e pietismo. Conoscere l'altro, scoprire l'altro, cercarlo attraverso un dialogo franco e aperto, rispettando le differenze e definendo, in maniera progressiva e non conflittuale, la propria identità culturale. Proiezione, in prima assoluta per l'Umbria, del documentario Goor e a seguire riflessione con il regista e esperti di immigrazione e media.

Alessandro De Filippo regista
Giuseppe Faso direttore Centro Interculturale Empolese-valdelsa
Alioune Badara Gueye mediatore culturale
Elena Parasiliti direttrice Terre di Mezzo

Venti immigrati. Una barca alla deriva, a motore spento. Unico suono il rumore del mare. E il respiro degli uomini. Mare e uomini e sole, nient’altro. Non c’è più acqua da bere e Ousmane sta male. Ha i brividi, suda, è freddo. Sta morendo. Bisogna decidere se tenerlo o buttarlo giù. Bisogna decidere se dargli la sua razione d’acqua da bere o lasciarlo spegnere. Era un amico Ousmane. Ma ormai è spacciato e la sua acqua da bere può servire a tutti gli altri. Bisogna decidere. Questo è il nodo tragico di goor. Da questo viluppo di emozioni, di religione, di sentimenti, di politica, di etica, di storia e identità nasce un tentativo di rappresentazione, il progetto di un film. Un film che però non riesce a raccontare una storia così complicata, un nodo così aggrovigliato e complesso. E si ferma a riflettere. Il film si interrompe e si interroga. Perché ci sono cose che il cinema non sa raccontare. Non ci riesce. Il cinema è un medium riprovisivo, vive di riproduzione e di visione, esprime la realtà attraverso la rappresentazione mimetica, ma non è in grado di raffigurare temi complessi. Ecco perché goor si interrompe, e infrange i sogni degli autori, dei tecnici, degli attori sugli scogli della complessità. Perché ci sono sempre mille motivi dietro o prima, ci sono premesse e postfazioni, commenti e note a margine. E il cinema è così bello che non può torcersi o spezzettarsi dietro tante spinte e bisogni particolari. Il cinema vuole essere bello, si imbelletta e si offre come intrattenimento. L’ha fatto così tante volte che adesso forse non è più in grado di fare altrimenti. E goor vuole essere una riflessione proprio su questa incapacità consapevole, su questa rinuncia colpevole. Autori, tecnici e attori si chiedono: possiamo raccontare la nostra verità? Possiamo essere sinceri? E come?

Intanto siamo fermi in mezzo al Mediterraneo. In mezzo a quest’infinito panico di sole e di acqua salata. Che è stato il centro del mondo, che è stato il centro della cultura umana.

con

Sow Abdoulaye, Erminio Alberti, Annalisa Andolina, Gabriele Avincola, Giuseppe Contarino, Ervin Dembacaj, Jali Diabate, Carmelo Emmi, Vincenzo Faro, Stefania Fontana, Wendy Yohana Franco Figueroa, Giuseppe Grasso, Alioune Badara Gueye, Mansour Gueye, Ping He Ha, Safaa Jeddari, Samy Jemy Artaky Hanalla, Abdoulah Jourairi, Shaohua Li, Binkai Ni, Anna Maugeri, Mina Mahrous Moussa Bishay, Ahmed Mohamed, Abdelrahman Mohammed Abdelmawla, Maria Rita Musmarra, Mina Nabil Anis Bulos, Alessandro Occhipinti, Buluma Boniface Okada, Nicola Pulvirenti, Concetta Purrazza, Claudia Raimondi, Brayan Sanchez Correa, Awa Sar, Hoxha Shaban, Alessandro Tomasello, Huyen Trang Tran, Aleksander Zenunllari