Un aula gremita, quella del Centro Servizio Alessi, ha ospitato il panel “Antidoti alla fuga: i giovani italiani e la scelta di restare”.
Il Tema, scottante e controverso, è quello della fuga dei cervelli.
Tre gli ospiti del panel: Simone Brunozzi, technology evangelist di Amazon; Alessandro Rosina, docente e autore del libro Non è un Paese per giovani; Eleonora Voltolina, giornalista e autrice del libro La Repubblica.
Ci troviamo di fronte ad una triste e amara realtà. Emigrare all’estero diviene una scelta “forzata” in assenza di altre possibilità.
Le vittime sono le nuove generazioni. Ma la forza propulsiva, l’antidoto sta in loro stessi.
Loro stessi devono farsi promotori del cambiamento generazionale.
Il problema cruciale proviene dal mancato bilanciamento tra giovani italiani che vanno all’estero e giovani stranieri che decidono di venire in Italia.
Alessandro Rosina nel suo libro Non è un Paese per giovani affronta il problema con rigore scientifico individuando gli ostacoli culturali che impongono delle scelte forzate alla “generazione senza voce”.
Varie le colpe rintracciate: il debito pubblico, il peso demografico quantitativamente ridotto.
Prima di valorizzare il talento bisogna riconoscerlo. In Italia si registra questa incapacità. Bisogna soprattutto investire nei settori delle risorse e dello sviluppo e incentivare l’autonomia, non la dipendenza.
Eleonora Voltolina fondatrice de La Repubblica degli stagisti (prima blog e poi testata giornalistica) ha attivato con questi strumenti una comunità che unisce i poststudenti italiani.
Simone Brunozzi ha raccontato la sua interessante esperienza. Dopo aver ottenuto un contratto indeterminato decide di cambiare vita. Da tre anni vive all’estero e fa il technology evangelist per Amazon.
Vari i Consigli e i stimoli dati ai ragazzi in alula: imparare bene l’inglese e fare una esperienza all’estero di breve periodo per poi tornare nel bel Paese.
Irene Macaione